PILLOLE DI DIRITTO COSTITUZIONALE
La legge di bilancio: quando si disegna il futuro del Paese
Coronavirus e governi sussultanti a parte, in questi giorni si parla spesso della legge di bilancio. I giornali e i notiziari alla televisione diffondono in continuazione notizie di emendamenti, maxiemendamenti, spese, coperture finanziarie, manovre, manovrucce, manubri e manovrette… è una liturgia continua che ogni anno, a ridosso del Natale, ci assilla fino a farci scoppiare la testa. Quest’anno è un tormento più vivace visto che in ballo ci sono anche una pandemia globale da sconfiggere, un Paese martoriato da risollevare e diversi finanziamenti europei che attendono qualche barlume di certezza.
Ma che cos’è, alla fine, il Bilancio dello Stato? Molto spesso diamo per scontato che si tratti di un classico bilancio al 31/12 che, come una comune azienda, lo Stato redige in forza dei suoi registri contabili per analizzare le entrate e le spese, il dare e l’avere, l’attivo e il passivo. In realtà questa è solo una sezione del bilancio, ovvero il Rendiconto consuntivo.
Ma la parte più importante del Bilancio dello Stato è il bilancio preventivo, ovvero un documento di previsione approvato con apposita legge, tramite il quale il Parlamento conferisce le direttive base che il Governo deve attuare nell’anno successivo per spendere ed incassare. Non è quindi un classico bilancio: qui non si analizzano le entrate e le spese dell’anno appena passato, ma si prevedono e si stimano le entrate e le uscite di quello che sta arrivando.
Si tratta senza dubbio dell’attività più importante e incisiva di tutto l’anno: è un documento fondamentale per la vita sociale ed economica poiché definisce le caratteristiche dei servizi che lo Stato mette a disposizione dei cittadini. Per rendere l’idea, le nostre tanto amate aliquote IVA, IRPEF e IRES sono tutte determinate con questo bilancio.
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E come nasce il Bilancio dello Stato?
La cellula primordiale del bilancio, ovvero il Def (Documento di Economia e Finanza), viene concepita entro il 10 aprile dal Governo e presentato entro il 30 dello stesso mese alla Commissione Europea che deve esaminarlo nei minimi dettagli. Il Def, infatti, deve essere in linea con le direttive generali dell’Unione in fatto di previsione di crescita economica, pareggio di bilancio e politica economica. In seguito, il Governo deve recepire le raccomandazioni della Commissione Europea e, tramite una Nota d’aggiornamento, deve rivedere il Def entro il 27 settembre. Il bilancio viene quindi predisposto dall’esecutivo, ma entro il 20 settembre il lavoro deve passare nelle mani del Parlamento che si impegna a discuterlo prima in commissione e poi in assemblea.
Entro il 15 ottobre il Governo deve inviare alla Commissione Europea il Documento programmatico di Bilancio per evidenziare gli interventi a sostegno e sviluppo dell’economia. La Commissione, come è successo due anni fa con il Conte uno, può sollevare dubbi e obiezioni “invitando calorosamente” il Paese a fare delle modifiche ove lo ritiene necessario. Se il bilancio non viene approvato entro la fine dell’anno, si cade nell’esercizio provvisorio: un’eventualità che si vuole scongiurare a tutti i costi e che porta i governi ad affidarsi, con una prassi ormai diventata ordinaria, al famigerato maxiemendamento.
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Ma come è strutturato questo bilancio?
Il Bds è articolato in missioni e programmi. Le missioni chiariscono quali sono le funzioni principali e gli obiettivi che si vogliono conseguire, mentre i programmi sono delle articolazioni delle missioni e si sostanziano in aggregati omogenei di attività svolte all’interno di ogni singolo Ministero.
La classificazione funzionale – che consiste nell’enumerazione degli obiettivi della Pubblica Amministrazione – avviene in base alle seguenti funzioni-obiettivo: 1) servizi generali della PA; 2) difesa; 3) ordine pubblico e sicurezza. Inoltre, prevede anche alcune funzioni tipiche dello Stato Sociale, ovvero: 4) affari economici; 5) protezione dell’ambiente ; 6) abitazioni e assetto territoriale; 7) sanità; 8) attività ricreative, culturali e di culto; 9) istruzione; 10) protezione sociale.
Dal lato delle entrate, invece, si possono distinguere: 1) accertamento e determinazione della ragione del credito; 2) riscossione dei tributi; 3) versamento e trasferimento delle somme riscosse ai vari enti amministrativi.
Come potete vedere, la legge di bilancio riguarda veramente tutti noi. Ogni tassa ed imposta che paghiamo, così come ogni servizio di cui beneficiamo, ha un suo fondamento in questa previsione che tanto ci assilla nei mesi di ottobre-novembre-dicembre. Dal punto di vista politico, inutile dirlo, è causa di scontri, litigi, scissioni, fratture, urla e grida varie… i nostri politici, in questi mesi, ci rendono inermi spettatori di tutto il loro più colorito repertorio. Speriamo che almeno il risultato, che riguarda tutti noi italiani, possa essere motivo di crescita, sviluppo e benessere.
Alessandro Frosio