A sorpresa, il maxi-emendamento al decreto sicurezza votato ieri al Senato mette un freno, atteso da anni, all’utilizzo di targhe estere per risparmiare su bollo e assicurazione, sottrarsi di fatto alle multe e rendersi invisibili al fisco italiano.
Il fenomeno ha una tripla faccia:
- italiani che comprano soprattutto auto nuove di lusso o esportano fittiziamente quella che già hanno per non pagare il super-bollo;
- stranieri con permesso di soggiorno che acquistano e usano in Italia ma immatricolano nel loro Paese;
- stranieri irregolari che sfruttano la targa estera per rendersi meno identificabili.
Chi violerà il divieto, oltre a pagare una sanzione amministrativa di almeno 712 euro, dovrà tenere il mezzo in deposito e immatricolarlo in Italia entro 180 giorni scaduti i quali scatterà la confisca; in alternativa, pagata la sanzione, andranno consegnati targhe e documenti alla Motorizzazione chiedendo il foglio di via e la targa provvisoria per portare il veicolo fuori Italia.
Chi ha un mezzo in comodato ma sprovvisto (a bordo) del documento che ne attesta la disponibilità dovrà pagare 250 euro, esibirlo entro 30 giorni e nel frattempo scatterà un fermo amministrativo.
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