BERGAMO – La via è bella. La gente pure. Ed è come sentirsi in una grande famiglia. La parte alta di via Broseta è promossa da chi ci lavora e da chi ci abita. A parte la mancanza di parcheggi (ma ci sono quelli a pagamento nel vicino Triangolo) e un po’ più di illuminazione pubblica, il vecchio borgo a ridosso di piazza Pontida è bello da vivere.
“E da lavorarci – dice Monica Mazzoleni, giovane fioraia – C’è un bel rapporto con le persone, ci si conosce tutti ed è bello lavorare qui”. Valutazioni positive anche da parte di Maddalena Solcia, che ha un negozio di abiti da sposa. “Sono qui da tre anni e ho scelto bene la zona. Noto ogni tanto un po’ di auto che sostano fuori dalle righe, un po’ più di illuminazione non guasterebbe però la via è bella. Va curata un po’ più la pulizia della strada. Anche il parcheggio selvaggio va rivisto. E vorrei una continuità del passaggio: anzichè fermarsi a piazza Pontida, i pedoni vanno incoraggiati a proseguire”. “E’ ancora la via dei vecchi borghi di Bergamo anche se negli ultimi 40 anni è cambiata- dice Cristian Paris, giovane titolare di un negozio di frutta a verdura che ha ereditato l’attività dal padre – Ai tempi di mio papà, il negozio andava forte. Oggi chi gira in questa strada sono soprattutto gli anziani abitanti del borgo. Chi ha qualche anno in meno va a fare la spesa nei supermercati. Mi ricordo che un tempo qui c’erano anche negozi di generi alimentari oggi scomparsi. Vedrei bene tuttavia una bella panetteria, per movimentare un po’ la strada”.
Chi è altrettanto contento di lavorare in via Broseta alta è Luca Tironi, che gestisce una di quelle attività fatte apposta per i borghi storici: ha un negozio di antiquariato, e prosegue l’attività dello zio. “Prima eravamo in via San Bernardino che oggi non è più la stessa rispetto a quando c’eravamo noi – racconta nella sua bottega, attorniato da dipinti d’epoca – . La via ? Non dà noie. E’ un buon posto. C’è movimento. Le difficoltà sono altre: tasse, e meno voglia di fare acquisti”.
Tinte da borgo storico d’antan le dipinge anche Marco Ceruti che ha “l’onore” come dice lui, di gestire la storica trattoria frequentata da Donizetti: “I Tre Gobbi”. “Il posto è bello, c’è un buon giro, la carenza di posti auto nella via non mi tocca perché anche una seconda entrata al locale. C’è ancora aria da borgo storico, un po’ su d’età, ma che fa sempre colore. Facciamo mostre d’arte. Sono contento di stare qui”. Evelyn Licini lavora in un’agenzia. “La via è buona. Quello che eviterei è l’assembramento di auto delle mamme che al pomeriggio vanno a prelevare i figli in una vicina scuola, parcheggiano le auto sul bordo strada e bloccano il passaggio degli autobus. Ma questa è una abitudine che si riscontra un po’ dappertutto. Forse sarebbe più utile usare meno l’auto e muoversi più a piedi”.
Marco Gelmi