Nel periodo in cui si discute sull’adozione del nucleare in Italia, la città di Bergamo affronta il problema della riapertura delle miniere di uranio in Val Seriana. Infatti è qui presente uno degli unici giacimenti di uranio rimasti ancora oggi di tutta Europa. Da solo esso, con le sue quattro milioni di tonnellate di materiale radioattivo, nascosto sotto rocce, prati e boschi, potrebbe far funzionare quattro centrali nucleari per dieci anni. (di Mattia Capoferri)
In passato tale uranio cominciò ad essere estratto da varie associazioni, ma tutte queste dovettero abbandonare la zona per le continue proteste degli abitanti della zona. Se quest’anno si deciderà di adottare il nucleare in Italia, una nuova apertura di tali giacimenti sarebbe scontata.
Il problema maggiore è che soltanto l’estrazione dell’uranio ebbe conseguenze problematiche dal punto di vista sanitario e ambientale sull’intera area. Così nel 2011 la popolazione potrebbe trovarsi di nuovo esposta alle radiazioni causate dall’estrazione di questo uranio che non sono nemmeno paragonabili a quelle che potrebbero derivare da un guasto ad una centrale nucleare, ma farebbero la loro parte nell’aumento della possibilità di essere colpite da malattie come linfomi.
Per i bergamaschi il problema del nucleare sarebbe dunque più vicino di quanto si possa pensare, soprattutto per le persone che vivono nella zona della Val Seriana che credevano che quelle miniere di uranio fossero ormai chiuse per sempre.