“La vita è come la bicicletta. Per mantenere l’equilibrio devi muoverti”.
Così Albert Einstein al figlio Eduard nel 1930.
Il problema è capire come muoversi per raggiungere quale equilibrio.
Una delle principali sfide che la prossima Amministrazione di Bergamo dovrà affrontare è certamente quella di progettare una mobilità nuova e sostenibile: la realtà urbana in cui viviamo è caratterizzata da una complessa struttura ed è caratterizzata da un forte flusso di pendolarismo, ma risulta evidente dai gravi problemi di traffico e congestione che su questo fronte ci sia molto lavoro da fare.
Dotare Bergamo di una mobilità innovativa ed efficiente consentirebbe a tutti i residenti, i lavoratori e i turisti di poter vivere la città al meglio e certamente la città verrebbe resa ancor più competitiva e attrattiva: si raggiungerebbe un punto di equilibrio più stabile e ottimale che senz’altro avrebbe reso più felice il nostro amico Einstein.
Le vie per raggiungere questo ambizioso obiettivo sono molteplici, di diversa natura sia per l’investimento economico richiesto, punto dolente in anni di vacche magre per le casse comunali, sia per il grado di impatto sul territorio e sulle abitudini dei cittadini.
Bergamo con le sue bellezze storico-artistiche, dotata del terzo aeroporto d’Italia, distante solo 60 km da Milano sembrerebbe avere tutte le carte in regola per essere una città a grande richiamo turistico.
Purtroppo politiche di marketing e di promozione del territorio lacunose e poco coraggiose relegano il turismo tutt’ora a una scarsa, e non certo primaria, fonte di guadagno e prestigio per la città.
Una volta atterrati all’aeroporto Caravaggio, più volte promosso come aeroporto milanese, raggiungere la città è una vera e propria impresa tra tentazioni di salire su rapidi bus di collegamento con Milano e la mancanza di un collegamento ferroviario con la stazione di Bergamo, un’opera di assoluta priorità per la città.
Un altro progetto cruciale sul piano del collegamento della città e la provincia è rappresentato dalla linea tranviaria verso la Val Brembana (T2), costoso si sa, ma l’esempio vincente della linea T1 verso la Val Seriana, su cui sono appena stati toccati i 15 milioni di passeggeri, insegna che è la strada da seguire.
Volgiamo lo sguardo ora all’interno del perimetro urbano.
Il servizio di trasporto pubblico è capillare, ma necessita una revisione in termini di fasce orarie poiché nel 2014 è ragionevole pensare di potersi spostare in città con gli autobus anche nelle ore serali e notturne.
Un’idea poco onerosa è di creare due linee notturne (N) che si muovano in città dalle 21 alle 3 su percorsi concentrici ad anello, in modo tale da toccare la quasi totalità dei quartieri cittadini e permettere soprattutto ai più giovani di poter uscire la sera senza usare i propri mezzi di trasporto.
Sempre a proposito del trasporto pubblico, per motivi finanziari e di fattibilità pratica, è probabilmente tramontata definitivamente l’idea di creare una linea tranviaria urbana (T3), ma un progetto innovativo e già sperimentato in altre città è il “Metrobus” urbano: un autobus elettrico che colleghi S.Fermo con il nuovo Ospedale che si muova su sede riservata.
Che vantaggi si potrebbero ottenere?
Verrebbe offerto un servizio simile a quello tranviario ad elevata sostenibilità ambientale e con un costo di realizzazione stimato inferiore del 90% rispetto all’investimento per realizzare una linea tram.
Che svantaggi?
Sicuramente la definizione di un percorso esclusivamente riservato, cioè non soggetto a traffico, richiede una revisione notevole della viabilità cittadina.
Nel mondo in cui viviamo ad elevata intensità tecnologica è lecito aspettarsi una “tecnologizzazione” anche della mobilità.
Ad esempio si possono implementare nuovi sistemi informativi e di pagamento per i mezzi pubblici basato su carte elettroniche a ricarica, app per smartphone che consentano di disporre in tempo reale delle informazioni sugli orari dei mezzi pubblici e sulla disponibilità di altri servizi, quali bike sharing, parcheggi e car sharing, pannelli informativi (infomobilità) e parcometri multifunzionali.
Proprio il car sharing può essere la soluzione futura, di un futuro molto prossimo, per chi non vuole rinunciare a muoversi autonomamente in automobile, ma senza gli oneri di compravendita e mantenimento del mezzo: a Milano il servizio “car to go” sta crescendo in tempi rapidi e a colpo d’occhio è sempre più evidente che i cittadini milanesi apprezzano le comodità di poter parcheggiare la macchina gratuitamente anche nelle strisce blu e gialle e senza essere vincolati una volta terminato l’utilizzo a riportarla in un’apposita area di “deposito”.
Tutte le idee sopra riportate contribuiscono alla creazione di una mobilità nuova e sostenibile, ma manca l’ingrediente principale: promuovere e incentivare una ciclabilità diffusa.
Il Comune deve farsi promotore della cultura “green” della bicicletta attraverso investimenti e campagne di sensibilizzazione rivolte a tutti i cittadini.
Sul piano delle infrastrutture, è necessaria un’opera di raccordo delle piste ciclabili urbane, le poche sopravvissute, con la rete delle ciclabili dell’hinterland cittadino.
Tutti gli assi, o meglio i “raggi”, di accesso alla città (Val Brembana/ green way del Morla, Val Seriana, Martinella/Torre Boldone, aree a Sud dello scalo ferroviario, Grumello al Piano, Trucca, Astino e Fontana) devono essere garantiti anche via bicicletta.
Anche la viabilità urbana necessita di una svolta “bike friendly” che punti all’ampliamento della rete ciclabile esistente, a questo proposito ottimo il progetto di collegamento dell’Accademia Carrara a Piazza Pontida già presentato nei mesi scorsi da Bergamo.info, e alla messa in sicurezza dei percorsi e degli utenti tramite migliorie alla segnaletica stradale (protezioni laterali, semafori dedicati ecc) e agli incroci più pericolosi.
Altri due ambiti di intervento sono rappresentati dalla realizzazione di nuove rastrelliere ad arco in tutta la città e spazi chiusi protetti al fine di ridurre il numero di furti di biciclette e dal potenziamento del servizio di bike sharing Bigi tramite nuove postazioni e dando possibilità ai residenti e i turisti di usufruire del servizio tramite pagamento elettronico con carta di credito.
Un cambio di passo per Bergamo è necessario: un cambio di marcia che guardi alle altre città europee e che ponga al centro dell’attenzione il benessere dei cittadini in armonia con un maggiore rispetto per l’ambiente.
Niccolò Carretta