Una donna al comando. Di più, un’eccezione, un “profeta in patria”, perché di solito da noi i funzionari di polizia provengono da altre parti d’Italia, in particolare dal centro sud. Il vicequestore aggiunto Mirella Pontiggia, 37 anni, di Longuelo, dal 5 ottobre 2009 è comandante della polizia stradale di Bergamo. Prima di lei c’era un’altra donna, Barbara Barra. «Sono alla Questura di Bergamo da febbraio 2010 e dal 2004 al 2009 ho diretto le volanti del 113, ufficio Prevenzione generale e soccorso pubblico». Ritiene sia importante lavorare nella terra natale: «Ti permette di avere più motivazione grazie alla volontà di fare del bene per la tua città».
Ci presenti la polizia stradale di Bergamo.
«Annovera un organico di 130 dipendenti tra uomini e donne. E’ formata dalla sezione principale cittadina, con sede in via del Galgario, dalla sottosezione di Seriate, che gestisce tutta l’A4 dal cavalcavia di viale Certosa all’uscita di Brescia Est, e dal distaccamento di Treviglio. La nostra competenza è prettamente di tipo viabilistico, ovvero tutto ciò che avviene di attinente alle strade: non solo l’incidentalità ma anche quei reati quali furti, riciclaggi e clonazioni di autovetture, furti e borseggi negli autogrill».
In autostrada avete un ruolo fondamentale.
«Sull’A4 abbiamo l’esclusiva, mentre per la viabilità ordinaria operiamo in collaborazione con le altre forze dell’ordine: polizia locale e carabinieri».
Il 2010 per voi è stato un anno “ricco”.
«Abbiamo effettuato 4.615 pattuglie di vigilanza stradale e più di 12 mila sono state le persone sottoposte ad alcol test. Ci occupiamo non solo di repressione ma anche di prevenzione ed educazione alla legalità, ad esempio attraverso le campagne “Guido con prudenza” e, nel periodo di Natale e Capodanno, “Brindo con prudenza”: regaliamo a chi non beve alcolici e non fa uso di stupefacenti biglietti gratuiti per discoteche e locali con l’obbiettivo di far capire che quando un gruppo di amici esce a festeggiare ci dev’essere sempre uno che non beve, il cosiddetto guidatore designato. Poi ci sono le campagne per gli esodi estivi ed invernali».
Resta però fondamentale sanzionare le infrazioni. Quali l’eccesso di velocità.
«Esatto: attraverso il Tutor in autostrada, con autovelox e telelaser nella viabilità ordinaria. Fondamentale, dopo l’entrata in vigore a fine luglio della legge 210 del 2010, è stato il giro di vite sui conducenti di mezzi pesanti. Cerchiamo di arginare quei comportamenti che possono dare origine a distrazioni, dunque tolleranza zero per l’alcol e punizioni pesanti per chi supera il numero di ore giornaliere – nove – consentite alla guida».
L’incidentalità, col Tutor, è fortemente diminuita.
«Rispetto a prima della quarta corsia si parla addirittura di 20-30 morti in meno all’anno. E’ un sistema che “aggancia” tutte le auto, e per quelle la cui media supera i 130 km orari – 110 quando piove – scatta il verbale. Non si scappa».
Parliamo dell’attività giudiziaria.
«Gli arresti sono stati 135 nel 2010, di cui molti per spaccio di sostanze stupefacenti e importazione di droga dall’estero. Le indagini sui furti alle auto ha portato all’individuazione di una banda di rumeni dotati di sistemi per neutralizzare le onde del telecomando che attiva la chiusura centralizzata: ecco perché non c’era nessuna effrazione… A inizio anno abbiamo inoltre sgominato la banda albanese del forellino, fermando quelle autovetture che utilizzano l’autostrada quale via di fuga con Mercedes e Bmw cariche di gioielli e quadri trafugati dalle ville».
Veniamo all’educazione.
«La polizia stradale entra nelle scuole. Tutte le istituzioni in questi ultimi anni hanno fatto notevoli sforzi di avvicinamento al pubblico e noi non siamo stati da meno. Per educare il cittadino del futuro partiamo dalle scuole dell’infanzia con le basi del codice della strada, e così via fino alle superiori dove si parla di patentino della moto e di che cosa comporta, in termini di capacità e responsabilità, andare sulla strada. Siamo andati anche alla fiera “Lilliput”».
Poi c’è il servizio d’ordine…
«Siamo presenti con operatori in moto in tutte le gare ciclistiche, non solo di Bergamo ma anche della regione. Seguiamo il Giro d’Italia».
… e l’anno scorso avete “scortato” l’adunata degli alpini.
«Abbiamo lavorato intensamente per una settimana: c’erano 500 mila veicoli tra auto, camper, furgoni e mezzi stranissimi… Insomma, è stato un grosso impegno. E’ andato tutto bene grazie anche alla lungimiranza del piano di viabilità, a cui abbiamo cominciato a lavorare sei mesi prima dell’evento. Il nostro ruolo in questi casi è di grande responsabilità: coordiniamo le diverse forze dell’ordine. E la posta in gioco è alta: se qualcosa va storto, come è successo quest’inverno sull’A1 nei pressi di Firenze, si rischia di saltare. Ti mandano a dirigere Pantelleria».
Le infrazioni contestate sono aumentate del 14%.
«Hanno superato quota 38 mila ma onestamente è quasi tutto merito del Tutor, anche se c’è stato parallelamente un incremento delle sanzioni per mancato uso delle cinture, uso del telefonino, condotta dei conducenti professionali».
A livello di organico come siete messi?
«Si va incontro a una diminuzione, perché i pensionati non vengono sostituiti. Però riorganizziamo i nostri uffici interni cercando di dare sempre servizio all’utenza, che deve essere soddisfatto del nostro operato, e maggiore visibilità alle pattuglie: sono l’ultima cosa che bisogna togliere…».
Come si sente al vertice di una struttura ancora prettamente maschile, almeno nell’immaginario dei cittadini?
«Effettivamente nella polizia stradale provinciale ci sono solo 5 donne, me compresa. Quando si aprì al sesso femminile, nell’81, c’era una certa difficoltà, anche perché non si era attrezzati: mancavano i bagni, ad esempio… Ora è diverso. Penso che la donna abbia portato pragmatismo, perché tende ad andare subito al nocciolo della questione, mentre gli uomini tendono a perdersi un po’. Sarà che siamo abituate da sempre a gestire la famiglia».
Propositi per il futuro?
«Far diminuire la mortalità sulle strade in Bergamasca, perché è una di quelle province dove è ancora troppo alta. Come? Sempre attraverso la prevenzione e la repressione, aumentando i servizi nel fine settimana. Dobbiamo mettere in testa soprattutto ai giovani che la strada è pericolosa».