DOMENICA V ORDINARIO A
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,13-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. 14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Commento
Dopo aver illustrato le beatitudini, che esprimono gli atteggiamenti a cui i discepoli devono tendere per essere beati, Gesù sottolinea la funzione che devono svolgere: essere sale della terra e luce del mondo. Questo è possibile a condizione che la loro condotta non si risolva in una serie di precetti ma che diventi uno stile di vita, riguardante tutte le componenti umane. Il cristiano è chiamato ad assimilare uno stile nuovo. La Bibbia, a partire dal profeta Geremia, (VII sec. avanti Cristo) esprime questo con la frase che la Legge di Dio non deve essere scritta solo sulle tavole di pietra, come aveva fatto Mosè sul Sinai, o su dei codici, ma nel cuore di ogni uomo. Occorre che sia interiorizzata e assimilata, perchè divenga parte di se stessi. La Legge di Dio deve rendere buono il cuore dell’uomo, perchè sappia compiere opere buone. Questa trasformazione è il compito di una vita; anche se non può essere perfettamente completato, tuttavia va perseguito senza interruzione e con determinazione. In questa tensione costante verso un bene che ci sta sempre davanti si pone un autentico senso morale. L’uomo non può mai fermarsi, ma guardare avanti, anzi mirare al cielo, al Regno di Dio, che giunge a noi attraverso Gesù. Noi siamo troppo chini su noi stessi e sui nostri esclusivi bisogni; questo ci danneggia e favorisce il sorgere di un egoismo che ci chiude a relazioni umane autentiche. Siamo chiamati a vedere il mondo degli uomini con lo sguardo di Dio, ad invocare la venuta del suo Regno, come ci suggerisce Gesù, che pone tra le prime invocazioni del Padre nostro: Venga il tuo Regno.
Nel seguito del Discorso della Montagna Gesù illustra le conseguenze che il nuovo stile di essere uomini provoca sui rapporti con le persone. Avevo anticipato nel commento del vangelo della volta scorsa alcuni punti sull’amore verso i nemici, spiegati da M. Luther King. Egli spiegava la rinuncia alla vendetta sulla base di alcune considerazioni sapienziali: la vendetta moltiplica l’odio e aumenta i drammi della società; l’odio abbruttisce l’uomo nel cuore e nell’intelligenza; solo l’amore con il perdono fa arretrare la malvagità e porta ad un reale miglioramento. Vorrei completare le citazioni King con questo significativo brano circa il comportamento contro le prepotenze dei nemici: “Noi faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenze con la vostra capacità di sopportare le sofferenze … Fateci quello che volete e noi continueremo ad amarvi… Metteteci in prigione e noi vi ameremo ancora … Siate sicuri che vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire … Un giorno noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza e alla lunga conquisteremo anche voi, e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria. L’amore è il potere più duraturo che ci sia al mondo. Questa forza creativa, così splendidamente esemplificata nella vita di Gesù Cristo è il più potente strumento della pace e della sicurezza” (L. KING, La forza di amare, pp. 82-85).
Questo stile di vita sorprende gli uomini, sollecitati ad interrogarsi sulle cause di un comportamento anomalo. Saputo dell’origine evangelica imparano a glorificare Dio per i miracoli da Lui operati in coloro che a Lui si affidano per essere rinnovati. Essi a loro volta diventano luce.