Il fascino rappresentato dai fiumi, per l’uomo, è senza tempo. Fonte di vita e di opportunità nonché metafora esistenziale perenne, dal “panta rei”, cioè “tutto scorre”, attributo a Eraclito («tutto diviene e tutto si trasforma, non possiamo bagnarci due volte nello stesso fiume»), alla massima buddista secondo la quale «se poniamo a confronto il fiume e la roccia, il fiume vince sempre non grazie alla sua forza ma alla perseveranza». Lo stesso fascino scorre nel libro “Lungo le rive del Brembo” (Edizioni Villadiseriane) di Angelo Corna, in uscita nelle librerie di Bergamo e provincia dalla seconda settimana di dicembre, che mostra fin dal progetto una personalità unica, nata dalla volontà di percorrere tracciati per nulla banali, lasciati nel tempo ai ricordi o addirittura alle leggende, con un unico filo conduttore: il fiume, appunto. Corna, in tema di metafore, nel presentarci la sua opera è un fiume in piena: «Il libro nasce per raccontare, con gli occhi dell’escursionista e del turista, quello che a mio avviso dovrebbe essere un “percorso storico bergamasco”. Un viaggio dalla foce fino alla sorgente, che nel suo passaggio tocca quasi cinquanta paesi nati e cresciuti lungo le rive del fiume, alcuni di essi documentati già in epoca romana. Nelle pagine del libro sono rivelate, passo dopo passo, le bellezze, la storia e le leggende che si nascondono lungo il percorso». Un viaggio a ritroso, insomma, come quello dei salmoni, risalendo la corrente, da Crespi d’Adda al Pizzo del Diavolo.