Un angolo di cucina pugliese genuina, fresca e seducente, si trova nel centro di Bergamo, in via Tasso. Si chiama “Ristoro Pugliese”, un locale condotto da due fratelli, Monica in cucina, Ivano in sala, che di cognome fanno Vitale e sono qui da sei anni. A loro si è aggiunto Giorgio che, dall’alto della sua esperienza, completa una équipe affiatata e dinamica. I Vitale sono ristoratori da generazioni, perché questo lavoro i loro antenati lo hanno sempre svolto, a Bari. I due fratelli hanno puntato anni fa su Bergamo e le cose non sono andate male. Oggi la Puglia è sulla cresta dell’onda come meta turistica ed è logico che lo sia anche la sua cucina. I bergamaschi, e non solo, gradiscono. Basterebbe andare al sito www.ristoropugliesebg.com per convincersi che un salto in questo posto lo si deve fare (nella bella stagione si può pranzare o cenare anche all’aperto, in antico chiostro conventuale). Leggendo il menù arriva subito in bocca l’acquolina del desiderio. Già nel buffet, preparato due volte al giorno, c’è tanto: tutte le verdure più tipiche (cime di rapa, peperoni, melanzane, zucchine , pomodori) preparate secondo le ricette tradizionali con le varianti crude, al vapore o grigliate, alle quali alla sera e nel week end si aggiungono i sott’oli e le mozzarelle di Andria. Senza dimenticare olive, lampascioni, pane di Altamura e frittatine varie. Tra i primi piatti, non possono mancare le orecchiette con le cime di rapa (le “classiche” con acciughetta e pangrattato speciale); fave & foglie (tradizionale piatto pugliese di puré di fave con verdure di stagione, che ben si adatta a chi ha preferenze vegane); orecchiette con la “brasciola” (condite con l’ involtino tipico di carne cotto lungamente nel sugo al pomodoro: praticamente un piatto unico ); troccoli alla zinzulusa ( tradizionale grosso spaghettone fresco di semola con ricco condimento di vongole, bottarga di muggine e pomodorini freschi ). L’elenco potrebbe continuare. Senza contare la grande lavagna a parete dove sono indicati i “piatti del giorno” Secondi piatti di carne e di mare: bombette al forno ( porzione di due o tre involtini di capocollo con caciocavallo e pancetta ); salsiccia a punta di coltello con cime di rapa (insaccata con carne ridotta a mano col coltello, per una consistenza e un sapore unici); tagliata di manzo alla griglia a modo nostro (succulento controfiletto nella cottura preferita , con cime di rapa saltate e patate ); polipetti affogati in coccio (cotti nel sugo di pomodoro nello stesso coccio in cui vengono serviti); baccalà alla pugliese (con patate , olivette , pomodorini e cipolle, per alcuni è un piatto unico); totanetti alla griglia (leggeri, delicati e gustosi, appena scottati , una versione pugliese del sushi); spigola al timo con patate (una ricetta di pesce semplice e delicata: alla piastra con timo come unico condimento); spada alla salentina (trancio di spada in padella con pomodorini, olive nere e basilico fresco); agnello alla griglia (tenera carne di agnello cotta alla griglia e servita con patate sauté). La frittura di paranza della signora Monica è diventata celebre : calamari , alici , sarde, triglie, merluzzetti e gamberi ma se si vuole anche solo di calamari. Leggerissima e croccante. I prezzi di tutti i piatti, compresi quelli citati, sono visibili sul sito e subito balza alla mente, anche al più sprovveduto cliente, che qui il rapporto tra qualità e prezzo è davvero una bella realtà. Anche i cosiddetti pranzi di lavoro (prezzo da 13 a 16 euro) sono curati e vari: la scelta è tra 4 primi e 4 secondi, oltre al sempre presente ricco buffet. I dolci di produzione propria sono di ispirazione varia e non esclusivamente tradizionali pugliesi, tutti preparati con fantasia, come il “gelato di ricotta con vin cotto e mandorle”. La lista dei vini non è enorme, ma vuole dare una panoramica abbastanza ampia della produzione pugliese. Infine un accenno alla possibilità di asporto: su prenotazione, tutti i piatti possono essere tranquillamente degustati a casa propria. Non solo: Monica & Company non disdegnano di essere chiamati in causa per “home cooking” e piccoli catering.