Martedì mattina, nello spazio Viterbi della Provincia di Bergamo, l’assessore al Turismo Giorgio Bonassoli e il direttore Cestit di Università degli Studi di Bergamo Andrea Macchiavelli hanno presentato il rapporto 2012 elaborato dall’Osservatorio turistico della Provincia di Bergamo.
Bonassoli ha ricordato l’importanza del lavoro di rete fatto dalla Provincia in questi anni, «un impegno che ha portato a una maggiore consapevolezza delle potenzialità turistiche bergamasche e ha permesso al nostro territorio di contenere su livelli accettabili il pesante calo delle presenze che anche quest’anno si è dovuto purtroppo registrare a livello nazionale».
Un anno il 2012, quindi, leggermente in ombra, a causa della contrazione dei consumi che ha caratterizzato tutto il panorama nazionale. «Possiamo comunque ritenerci moderatamente sodisfatti – spiega il professor Andrea Macchiavelli – le cose da noi sono andate meglio rispetto alla media del paese. Il calo di presenze nella Bergamasca è del 2,2% contro i quasi 4% a livello nazionale, anche grazie al fatto di avere un mercato estero che sostiene la domanda». Cambiano le provenienze e l’aeroporto di Orio funge da «valvola regolatrice».
Il calo è concentrato sul settore alberghiero, mentre ha tenuto, e persino incrementato, l’extra-alberghiero, in particolare la ricettività cosiddetta familiare (bed and breakfast, affittacamere ecc.). Anche il turismo d’affari ha risentito della crisi che ha interessato tutte le attività produttive.
L’area montana. Registra il decremento più consistente di presenze, pari al 4,4%, in linea con l’andamento nazionale. Tenuto conto che si tratta di un’area di vacanza, quindi sensibile agli andamenti congiunturali, dove l’incidenza degli stranieri è molto bassa (16%), la lettura di questi dati è piuttosto positiva, considerato che le presenze degli italiani sono calate a livello nazionale del 7,9% e che l’anno precedente le presenze nelle Orobie erano cresciute del 10% circa.
L’area dei laghi. Riflette pienamente le tendenze nazionali, che indicano negli stranieri la fonte della tenuta del nostro turismo. Sui laghi, che rappresentano meno del 9% del turismo provinciale, si riscontra un assoluta stabilità delle presenze rispetto all’anno precedente (+0,1%), ma questo risultato è la media di un ottimo andamento dell’anno per le presenze stranieri (+7,6%) e di andamento negativo di quelle italiane (-3,9%).
L’area dell’Isola e della Pianura. Pesa per circa il 17% sul totale delle presenze provinciali ed è caratterizzata pressoché esclusivamente da presenze alberghiere. Si tratta di un area di turismo commerciale e professionale con presenze straniere di circa un quarto.
La Grande Bergamo. Registra un calo delle presenze, pari al -3,1%, sia degli stranieri (-2%), che degli italiani (-4%). Il fenomeno davvero significativo nella Grande Bergamo è relativo al tipo di ricettività: mentre nel comparto alberghiero le presenze diminuiscono del 6,4%, in quello extralberghiero (caratterizzato dalla ricettività famigliare, oltre che dagli ostelli) è aumentato del 13,4%, per effetto sia degli stranieri che degli italiani.
Provenienza. Tra i Paesi di provenienza dei turisti stranieri, quelli che incidono maggiormente sono tedeschi (10,5%), francesi (7,5%) e spagnoli (6,6%). Molto bene, e in continua crescita, i russi (3,9%) e in generale in Paesi dell’Est. Sui laghi, preponderanza di tedeschi (19,9%) ma in forte crescita tutto il Nord Europa.