Dopo urli e strilli di Formigoni e compagnia del tipo “Ma noi siamo contrari a questi tagli” oppure “ci opporremo in ogni modo” la verità viene a galla: al di là della soddisfazione di facciata del Pirellone, sul sistema di trasporto pubblico lombardo si abbatterà una pesante scure.
Mentre le nostre città e le nostre strade soffocano per l’inquinamento il governo, con l’accordo di Formigoni, ha solo attenuato il peggior taglio di sempre dei finanziamenti per il trasporto pubblico.
Una prospettiva deprimente, se pensiamo ai problemi che studenti e lavoratori pendolari pagano quotidianamente sulla propria pelle: treni strapieni, sporchi, fatiscenti e spesso in ritardo.
Quanto concretamente sarà deciso – un micidiale mix di aumento delle tariffe e riduzione del servizio – è il frutto avvelenato di una politica miope, che ha deciso di scaricare sugli enti territoriali – in barba ai proclami federalisti – gran parte dello sforzo di risanamento dei conti pubblici.
Sono scelte che ci riportano indietro di molti anni, in totale contraddizione con quanto stanno facendo tutti gli altri Paesi europei, che sul trasporto pubblico continuano ad investire anche in una fase di ristrettezza di bilancio, nella consapevolezza che da una diversa mobilità passa un pezzo importante dello sviluppo sostenibile.
Sono scelte che ci riportano indietro di molti anni, in totale contraddizione con quanto stanno facendo tutti gli altri Paesi europei, che sul trasporto pubblico continuano ad investire anche in una fase di ristrettezza di bilancio, nella consapevolezza che da una diversa mobilità passa un pezzo importante dello sviluppo sostenibile.
Antonio Misiani
Deputato Pd