E’ l’executive chef Claudio Di Bernardo, del ristorante “La Dolce vita” del Grand Hotel di Rimini (albergo 5 stelle lusso), storico albergo prediletto da Federico Fellini, il vincitore della quinta edizione del concorso gastronomico “Premio Tartufo di Gubbio”, che si è disputato nella città umbra.
Il cuoco 47enne, abruzzese d’origini ma romagnolo d’adozione, ha proposto un menu che valorizza i luoghi della sua vita, mare e montagna, deliziando la giuria con “Cremoso di zucca con cappuccino di latte e baccalà al tartufo bianco di Gubbio”; “Risotto cremoso al parmigiano reggiano, piccione e tartufo bianco di Gubbio” e “Il mare e la terra: rombo, porcini e tartufo bianco di Gubbio”. In partenza per Lione, dove il Grand Hotel è invitato per una serie di iniziative a 20 anni dalla morte di Fellini, lo chef ha proposto ai commensali il menu del concorso.
Da notare anche l’ottimo abbinamento cibo-vino che ha caratterizzato questa edizione del concorso di Gubbio. Grazie alla sponsorizzazione della Cantina storica Torrevilla 1907 Oltrepò Pavese, è stato individuato come vino in abbinamento a tutto pasto il Cruasé Millesimato 2010, un rosato derivato al cento per cento da uve di Pinot Nero, di cui – come si sa – l’Oltrepò Pavese è il primo produttore in Italia. Apprezzato da cuochi e giornalisti specializzati, il Cruasé Torrevilla metodo Classico ha abbinato perfettamente tutti i piatti (tranne un paio contenenti la zucca), facendosi apprezzare per la fragranza e la giusta acidità. Tutto merito, prima di tutto dell’enologo e direttore di Torrevilla, Guerrino Saviotti, poi del promoter Giancarlo Colombo (con agenzia di vendita Erreci sas a Correzzana in provincia di Monza Brianza) che ha scelto con ottimo intuito il vino da abbinare al concorso e ha messo a disposizione il prezioso Trofeo Torrevilla assegnato al vincitore.
Nella cerimonia finale sono stati assegnati anche il premio per il piatto che ha totalizzato il punteggio più alto, andato allo chef Fabrizio Barbero (Hotel Naskira dello Chalet Il Capricorno, Sauze D’Oulx, provincia di Torino) con la “Fonduta di Casa Savoia e tartufo bianco di Gubbio”. Il premio speciale della stampa umbra è andato alle sperimentazioni del giovane chef Giacomo Ramacci del ristorante “Taverna del Lupo” di Gubbio. Il premio “Hanno onorato l’Umbria” edizione 2013, abbinato al concorso gastronomico “Tartufo di Gubbio”, è stato conferito a Carlo Falcinelli, manager del Gruppo Colussi, con la motivazione: “Folignate di origini e assisano di adozione, ha contribuito in maniera determinante alla crescita di una delle principali realtà imprenditoriali umbre del settore alimentare”.
Oltre ai tre cuochi premiati, hanno partecipato alla gara altri quattro chef: gli eugubini Paolo Pascolini de “La Cia” (vincitore nel 2012) e Marco Urbanelli del Park Hotel Ai Cappuccini, insieme agli chef “ospiti” Giuseppe Di Iorio del ristorante “Aroma” di Palazzo Manfredi a Roma e Simone Bertaccini del Grand Hotel Brunelleschi di Firenze.
Ognuno ha preparato tre piatti (antipasto, primo e secondo) valutati da una giuria composta da giornalisti, blogger ed esponenti del mondo della ristorazione, coordinata dal giornalista enogastronomico Claudio Zeni. «Grande bellezza formale dei piatti – ha detto il presidente di giuria, Bruno Gambacorta (Rai 2 Eat Parade) – e pochissime sovrapposizioni: ognuno ha scelto infatti un piatto diverso, segno dell’originalità con la quale gli chef hanno abbinato il tartufo di Gubbio».
Soddisfazione per il successo dell’iniziativa anche per l’assessore al Turismo della Provincia di Perugia, Roberto Bertini: “Il tartufo bianco di Gubbio e umbro in generale, mostrano ogni anno di più l’importanza per i nostri territori di prendere il turista per la gola, di valorizzare il l’ambiente naturale, le nostre città e il lavoro delle imprese del settore”.
Chi scrive ha fatto parte della giuria e deve confermare l’elevata qualità dei piatti presentati. Merito anche dell’annata favorevole, che ha fornito tartufi della zona di Gubbio in abbondanza e di ottima qualità, come ci ha confermato il tartufaio Artan Papa. Merito anche dell’abbinamento – ripetiamo – con un vino rosé metodo Classico che ha meravigliato non poco per l’elevata capacità di perfezionare l’armonia cibo-vino.
Da sottolineare, infine, l’impegno delle organizzatrici dell’evento, Lucia Monacelli e Serena D’Ubaldo (E20comunicazione), nonché il sostegno dato all’iniziativa da Maria Carmela Colaiacovo del Park Hotel Ai Cappuccini e del commendator Rodolfo Mencarelli (Taverna del Lupo e Mencarelli Group).