Un volume di 1.120 pagine , con 1.947 cantine segnalate, 24.000 vini degustati: questo il biglietto da visita della Guida Slow Wine 2017 edita da Slow Food Editore (costo 24 euro) in collaborazione con la Fisar (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori). Un patrimonio di indirizzi, consigli motivati su vini, prezzi, per orientarsi nel vastissimo panorama enologico nazionale. Naturalmente c’è un minimo di graduatorie e riconoscimenti a chi merita di più: 195 Chiocciole (la cantine che interpretano al meglio i valori organolettici, territoriali e ambientali), 174 Bottiglie (produttori che esprimono qualità per ciascuna delle etichette presentate), 99 Monete (buon rapporto qualità-prezzo), 175 Grandi Vini (eccellenti sotto il profilo organolettico); 237 Vini Quotidiani (le migliori bottiglie a meno di 10 euro in enoteca).
Questo enorme lavoro sul territorio nazionale è stato possibile grazie a una nutrita schiera di collaboratori, più di 300, sparsi in tutte le regioni. E Bergamo? Le novità rispetto allo scorso anno sono due: per la prima volta un vino orobico compare tra quelli degni di menzione particolare; l’altra novità è purtroppo negativa: le cantine in Guida sono solo quattro (una in meno rispetto allo scorso anno).
La Cantina Angelo Pecis di San Paolo d’Argon (25 mila bottiglie in tutto) viene elogiata per la volontà di mantenere la produzione delle uve storiche della zona, il Franconia e il Moscato giallo. Ed è proprio il Terre del Colleoni Franconia Imberghem 2016 il vino più elogiato, tale da meritarsi il titolo di “vino quotidiano” (in vendita a 9 euro). Segnalati anche il Metodo classico Dosaggio Zero 2012 a base di Moscato giallo, un vitigno che nel Laurenzio 2013 diventa “un vino passito di grande freschezza”.
L’azienda Biava di Scanzorosciate (con il suo Moscato di Scanzo Docg 2011, 2000 bottiglie prodotte, 60 euro la bottiglia) si pone ancora una volta come capofila tra i produttori dell’unico vino Docg bergamasco. Segnalati anche: il Giallo 2013, altro vino dolce; un Cabernet in purezza che si chiama Guelfo Nero 2007 e due rossi 2013 e 2014 di taglio bordolese.
Dell’azienda Bonaldi-Cascina del Bosco di Petosino-Sorisole (4,5 ettari, 28 mila bottiglie prodotte) sono segnalati due Metodo classico, il Brut 36 mesi Capsula Oro e il Brut 24 mesi Capsula Nera. Segnalati anche il Valcalepio Bianco 2016, il Valcalepio Rosso 2015 e il “Controcanto 2014”, un taglio bordolese invecchiato in rovere, “potente e intenso nelle sue sensazioni di frutta e spezie”.
Infine l’azienda Medolago Albani di Trescore Balneario (23 ettari, 280 mila bottiglie prodotte): elogiati il Metodo Classico Brut, il Valcalepio Bianco 2016, il Rosso 2015 mentre i due più costosi (17 euro) sono il Valcalepio Rosso Riserva I Due Lauri 2012 e il Cabernet Sauvignon Villla Redona 2013.
Perché solo quattro cantine segnalate? L’architetto Silvio Magni, fiduciario di Slow Food Valli Orobiche, fa parte del panel di degustatori che assaggiano i campioni di vino e decidono se meritano la pubblicazione in Guida:«Per ora il vino bergamasco è ancora in una fase di transizione nei confronti della qualità raggiunta da altre zone. Stiamo comunque monitorando alcune aziende interessanti e sono certo che nelle prossime edizioni il numero di vini e cantine orobiche segnalate sarà maggiore».