La scorsa settimana, al teatro Donizetti, si è tenuto lo spettacolo di prosa: ‘Servo di scena’. La storia è ambientata negli anni ’40 del ‘900. In Inghilterra, sotto i bombardamenti, il servo di scena Norman racconta la storia del suo capocomico Sir Ronald e della sua compagnia. Sir Ronald,attore in là con gli anni, sembra ormai avere perso il senno e la memoria, proprio quando , una sera, sta per andare in scena con l’opera si Shakespeare, il ‘Re Lear’. Continua a confondere l’opera con altri testi teatrali, finendo col dipingersi il volto di nero mentre si trova in camerino, poco prima di andare in scena, convinto di dover rappresentare l’Otello. Tra una gag comica e l’altra, grazie all’aiuto del suo servo e amico Norman, Sir Ronald riesce a portare a termine lo spettacolo, ottenendo gli applausi del pubblico, ma al termine del dramma, mentre si sta cambiando in camerino e dopo essere riuscito ad affrontare la scena più difficile, ovvero quella finale in cui deve sollevare il corpo inerme di Cordelia (interpretato da Milady, la propria consorte, un po’ troppo in carne), ecco, che, sfinito, muore seduto sulla propria poltrona, dietro le quinte. L’amico Norman, disperato, cerca di soccorrere Sir Ronald, ma ormai è troppo tardi. Scopre così, tra le sue scartoffie, una biografia che Sir stava scrivendo, in cui ringrazia tutti coloro che gli sono stati accanto in questi anni, ma ahimé, lapsus freudiano, si dimentica di citare proprio Norman, il suo amico più intimo, che gli è rimasto accanto fino alla morte, mandando così Norman su tutte le furie. Efficace e brillante l’interpretazione di Branciaroli nel ruolo di Sir Ronald, mentre il personaggio di Norman incarna la metafora del teatro, che non muore mai e che in qualsiasi circostanza deve andare avanti, sino alla fine, sipario.