Oltre ai Vendola Boys, è strano da dirsi, ma i più convinti che Bergamo sia una città di mafiosi sono i rappresentanti dell’establishment (anche quelli di centro destra). Quello che inquieta è che questa teoria viene esposta in privato senza alcun ritegno da persone eleganti che appoggiano quotidianamente il sistema. Sembra che le “armi” più utilizzate siano i network di amicizie e che le mazzette vengano regolarmente fatturate. Schierarsi con il più forte conviene ed appare anacronistico nuotare contro corrente! I simpatizzanti del PD considerano questa patologia un problema politico legato all’attuale maggioranza. Invece, noi siamo convinti che il problema nasca dalla perdita dei valori, la cosiddetta secolarizzazione, che è un problema assolutamente bipartisan. AlleviLa questione è stata sollevata da Vendola:
«[L’arresto di Antonio Iovine] è certamente una buona notizia, che dimostra ancora una volta quanto l’attività delle procure sia meritevole di gratitudine. Ciò che è inqualificabile è la strumentalizzazione politica. Di giorno si parla di toghe rosse, di notte lo stesso governo parla di straordinario risultato delle procure. Il problema è che in Italia non si è mai voluto affrontare davvero il tema della criminalità organizzata. Perché è un tema complesso, che viene da lontano e che ha a che fare con la stessa storia del nostro Paese. È un sistema di potere radicato dentro lo Stato, dentro allo stesso patto che tiene insieme i cittadini, e oggi ha dimensioni globali. Non dimentichiamoci che la regione più mafiosa d’Italia non è la Sicilia, ma la Lombardia. Forse è tempo che il Governo si ponga queste domande e si interroghi sul sistema su cui si reggono mafia, camorra e ‘ndrangheta».