Un “menù vegano” e un menù dedicato a East Lombardy (proclamata regione europea della gastronomia) che comprende un piatto tipico per ognuna delle province di Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona, rappresentano le ultime novità della “Grande Carte” dello chef Giampietro Semperboni, pietra miliare – con il suo vice Davide Viganò – della cucina del panoramico Roof Garden, all’ultimo piano dell’Hotel Excelsior San Marco di Bergamo.
«I nostri piatti sono dedicati a chi vuole trovare sensazioni genuine e confortevoli a tavola, in un contesto affascinante, romantico e unico come quello del Roof Garden, dove tranquillità, poesia ed emozioni gastronomiche possono creare un’atmosfera da sogno, anzi – senza esagerare – mozzafiato», scrive Giampietro in apertura di menù.
Classe 1974 (nativo di Lizzola, scuola alberghiera a Clusone) è qui in cucina da quando aveva 16 anni, dal 1990, arricchendo via via la sua professionalità alla scuola degli chef che si sono alternati. Dal 2013 ha preso in mano lui le redini della brigata e sta dimostrando con i fatti la sua idea di buona e sana ristorazione. La sua cucina è classica, mediterraneo-lombarda, giocata su materie prime eccellenti, colori e gusti armoniosi: qualità delle materie prime e cucina del territorio. Non per nulla sfogliando il menù si incontra anche quello “tipico bergamasco”.
Il Roof Garden è certamente tra i più eleganti ristoranti di Bergamo, ben recensito su tutte le guide, ma soprattutto l’unico per la spettacolare veduta di Bergamo Alta che si ammira attraverso le vetrate o direttamente dalla terrazza. Una location incantevole, per dei menù davvero incantevoli, che possono accontentare tutte le esigenze e tutti i gusti. Lo stesso bisogna subito dire del servizio di sala, molto preciso e professionale, con a capo il direttore Mirko Magoni, anche lui qui da ben 19 anni. Collaborano con lui Rinaldo Mozzi e Nunzio Ciotola. Per avvalorare il tutto, da segnalare che i prodotti biologici della Grand Carte provengono dal terreno della Società Agricola “O Sole bio”, di cui è socio Mirko Magoni. La produzione si trova a Palosco (Bg) in un terreno di 2 ettari e con la presenza di una sorgente viva sotterranea che permette l’irrigazione senza altre contaminazioni esterne.
E veniamo ai piatti provati sul campo, scegliendo dalla Grande Carte. Due antipasti: ricciola in carpaccio, marinata al basilico con salsa alla pizzaiola; seppie e piovra croccanti, broccolo e salsa ai lamponi. Come primo piatto, ravioli ripieni di gamberi rossi siciliani e burrata pugliese con bisque ridotta. Due assaggi di secondi piatti di pesce: branzino in lenta cottura con puntarelle padellate e salsa all’aglio dolce; storione alla pancetta e Lugana con verse stufate e polenta fritta (piatto che rappresenta Brescia nel menù East Lombardy). Dolce: ravioli ripieni di frutta secca con biscotto Meliga e zabaione al Moscato di Scanzo. Tutto ok, con l’aggiunta di una lode per lo storione e il particolarissimo dolce mai assaggiato altrove.
Ultima nota per la cantina, ben fornita con circa 400 etichette. Giusto spazio anche per i vini del territorio bergamasco e lombardo. Consigliati i vini della Casa, i Franciacorta Docg di Ronco Calino, azienda del Gruppo Radici, lo stesso che detiene la proprietà dell’hotel e del ristorante. Noi abbiamo degustato il Brut, il Nature Millesimato 2011 e il Rosé “Radijan” impreziosito dalle sole uve di Pinot Nero. Per chi sceglierà il menù carne, da consigliare “L’Arturo”, rosso fermo, anche questo Pinot Nero al 100%.
Nella foto, da destra, Semperboni, Magoni e Viganò.