DOMENICA XXVIII ANNO A
Vangelo: Mt 22,1-10
In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Commento
Non è un caso che Gesù ricorra spesso all’esempio del banchetto per proporre il suo insegnamento. Durante il suo ministero lo vediamo spesso a tavola, non semplicemente per mangiare, ma per vivere momenti importanti. Egli accetta l’ospitalità in famiglie come segno di amicizia; egli ricambia l’ospitalità con la Sua Parola; anzi è questo ciò che più desidera. Accetta l’invito a pranzo dei pubblicani e dei peccatori: il banchetto con loro è suggello della conversione e del proposito di rinnovare la vita (Matteo e Zaccheo). Mentre mangia, la porta della casa rimane aperta, arrivano ospiti indesiderati che Gesù accoglie e incoraggia, come la pubblica peccatrice. Egli stesso prepara il cibo con la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Non è un caso che Gesù prima di morire celebri un banchetto con i suoi discepoli e lo trasformi nella preghiera più importante della Chiesa, l’Eucarestia. Il motivo sta in questo: nel mangiare noi viviamo dimensioni umane fondamentali: quella biologica del mangiare che ci consente di vivere; l’amore della famiglia; rapporti di amicizia e di fraternità con gli invitati; occasione di riconciliazione per eventuali dissidi. Nel cibo vi è un forte contenuto di giustizia, perchè il mangiare deve essere il frutto di un onesto lavoro e guadagno, in modo che tutti abbiano il necessario; giustizia aperta ad una dimensione globale, che chiama in causa i rapporti tra i popoli, per una giusta divisione dei beni. Il mangiare è aperto alla Trascendenza, cioè a Dio, perchè il significato del cibo è quello di essere Dono, innanzitutto di Dio agli uomini, che sono i suoi figli, chiamati a loro volta a scambiarsi questo dono in segno di fraternità.
L’importanza di questo gesto esige che lo viviamo nelle sue dimensioni profonde. Oggi si è molto attenti all’aspetto della genuinità del cibo, al chilometro zero, ai prodotti biologici, a non sprecare: tutti aspetti da non trascurare, ma insufficienti, se non scopriamo quelli più profondi. Essi si possono riassumere nell’affermazione che il mangiare è un momento fondamentale del nostro rapporto con Dio e con i fratelli. Dobbiamo mangiare da uomini veri, secondo l’esempio che ci ha lasciato Gesù, il profeta della tavola e che ci ha lasciato come memoria la celebrazione di un banchetto. Per questo la Chiesa invita i cristiani a pregare prima e dopo i pasti, per coglierne i significati profondi. Cito alcune preghiere semplici.
Prima dei pasti
Benedici Signore noi e il cibo che stiamo per prendere
conservaci nel tuo amore
e fà che non dimentichiamo coloro che oggi ne sono privi. Amen
Dopo i pasti
Ti ringraziamo, Signore, per il cibo che ci hai dato;
rendici disponibili verso quanti hanno fame di pane. di amore e di pace. Amen