Domenica 17 Aprile in tutta Italia si svolgerà il referendum soprannominato Anti-Trivelle che riguarderà solo le attività petrolifere presenti nelle acque italiane, ovvero entro 22 km dalla costa quindi non riguardano quelle sulla terraferma né quelle in acque internazionali. La domanda richiesta è: “Volete fermare i giacimenti in attività quando scadranno le loro concessioni?” Se vinceranno i NO si continuerà ad estrarre petrolio e metano fino a che ci saranno riserve di idrocarburi; se vinceranno i SI saranno bloccato al termine delle concessioni. Nella seguente tabella si cerca di giustificare perché rispondere SI o perché rispondere NO. A voi la scelta!
PERCHE’ RISPONDERE SI | PERCHE’ RISPONDERE NO |
Rischi per la fauna – Per la scansione dei fondali si utilizza dell’aria compressa che genera onde che permettono di individuare dei giacimenti sotto il fondale. Alcune specie di pesce e soprattutto i cetacei rischiano di perdere l’udito e di conseguenza anche l’orientamento. | Perdita di investimenti e posti di lavoro – Chiudere gli impianti di estrazioni nelle nostre acque significherebbe perdere gli investimenti fatti fino ad oggi e quelli futuri. Oltre che migliaia posti di lavoro. |
Guadagnano solo i petrolieri – Per l’estrazione le compagnie petrolifere devono versare le royalties, che nei mari italiani sono le pi basse al mondo (il 7% del valore di quanto si estrae). | Basso rischio di incidenti – Dal 1950 a oggi ci sono stati solo 3 incidenti che hanno riguardato impianti di estrazione e solo uno in mare aperto nel 1965 a Porto Corsini (Ravenna). |
Il gioco non vale la candela – L’incidente durante l’estrazione è possibile e in un mare come il Mediterraneo il disastro ambientale sarebbe amplificato. Inoltre le trivellazioni non risolverebbero affatto i nostri problemi energetici. | Fabbisogno energetico – Si è stimato che il petrolio presente nei mari italiani sarebbe pari a 700 milioni di tonnellate. Il consumo attuale all’anno è di 58 milioni di tonnellate. Nel 2015 sono stati importati 54 milioni di tonnellate ed esportati 21 milioni. Avere fonti energetiche nostre ci fa spendere meno e ci mette al riparo da cali improvvisi dovuti a crisi internazionali |
Investire in energie rinnovabili – Anziché continuare ad investire nei combustibili fossili, potrebbe essere l’occasione per concentrare maggiormente l’attenzioni sulle energie rinnovabili | Rimanere fuori dai mercati mondiali – Non avere del proprio petrolio da poter utilizzare e vendere, ci costringerebbe a comprare petrolio all’estero rimanendo energeticamente dipendenti da altre nazioni soprattutto quando il mondo attuale funziona soprattutto con questa tipologia di energia. |