Le associazioni dei consumatori si sono spesso lamentate di come viene gestita in Italia la vicenda dei recupero crediti. Non basta togliere la corrente a famiglie in evidente difficoltà (anche a Bergamo molte persone ne sono state coinvolte); non bastano le critiche a Equitalia per come gestisce le richieste di pagamento nei confronti dei debitori. Anche le cosiddette società di gestione rischi non scherzano. E a farne la spesa sono i consumatori, spesso costretti a vere e proprie odissee per far valere i propri diritti: costi per lettere raccomandate, viaggi per incontri infruttuosi con i “riscossori”, l’ansia che pervade le famiglie, in questi tempi già alle prese con una crisi che in molti casi le ha già toccate, nel portafoglio e nella serenità. In questi gironi uno studio legale di Roma, con sede secondaria a Milano, sta mandando lettere a molti consumatori, chiedendo il pagamento di presunti debiti con una società telefonica, risalenti a molti anni fa. Giuliano Gravino, un consumatore bergamasco, ha recentemente ricevuto dallo studio la richiesta di pagamento di presunti debiti nei confronti di Vodafone Omnitel NV, che dal 1° ottobre 2012 ha incorporato per fusione TeleTu S.p.A. Tali presunti debiti per 1334,75 euro si riferirebbero a un contratto con TeleTu e a fatture con scadenze dal 15 luglio 2007 al 15 marzo 2010. «Questa non è la prima volta che questo studio chiede il pagamento di simile presunto debito a Gravino ? racconta Eddy Locati, segretario generale di Adiconsum Bergamo -, ma nonostante tutte le volte l’interessato abbia chiarito la situazione, ancora oggi il tormentone continua, creando non poca apprensione alla famiglia dello stesso. Il fatto è che anche con la nostra assistenza, la vicenda si era chiusa sin dal febbraio del 2007, allorquando, dopo avere presentato una lettera di protesta alla Tele2, poi Teletu, perché Gravino era stato oggetto di un contratto telefonico truffaldino, la suddetta società scrisse una lettera “scusandosi per l’accaduto”, dichiarando che “nulla era dovuto a livello di pagamento” e addirittura risarcendo il costo del riallaccio al precedente gestore per 150 euro. Di tutto ciò c’è la relativa documentazione e a ogni richiesta di pagamento, viene precisata la realtà allo studio legale, che non ne tiene puntualmente conto. Questo accanimento è assurdo e non è possibile che chi riceve il mandato per recuperare dei crediti non mostri alcuna sensibilità nel verificare prima l’effettiva esistenza di un debito, soprattutto quando più volte gli interessati hanno dimostrato la loro estraneità a quanto richiesto: si tratta di persone, non di cose. A volte si tratta di famiglie già in difficoltà e richieste del genere possono generare episodi spiacevoli. Se ne rendono conto questi operatori?».