Ho vent’anni e sono del Maghreb e, dall’età di 9 anni, mi sono trasferita a Bergamo. Purtroppo penso che in questa città il razzismo tra adolescenti sia un problema. Portando il velo, la prima impressione che hanno i miei coetanei è che sono diversa da loro. Ma non è assolutamente cosi, sono Ihssane, pronta a scambiare idee con simpatia e entusiasmo.
Per me il Velo, Hijab, è una quotidianità, un piacere che indosso, ed è un onore farmi vedere vestita come Dio mi ha comandato. Per molti potrebbe sembrare un peso, un obbligo, uno strumento per schiavizzarmi, ma apriamo gli occhi… siamo nel 2011 chi si fa schiavizzare al giorno d’oggi?! Direi nessuno, siamo liberi, liberi di pensarla come vogliamo, liberi di credere in ciò che desideriamo e soprattutto siamo liberi di lottare per una scelta fatta con il cuore !!
Vorrei spiegare e raccontare la mia situazione da ragazza musulmana, bergamasca, tra 1000 stereotipi e le difficoltà quotidiane.
Molti si chiederanno chi sono? Italiana o araba? Moderna o tradizionalista? Diversa o normale? Occidentale oppure orientale? Sicuramente faccio parte di quella categoria di individui classificata come “seconda generazione”, cioè figlia di immigrati ma cresciuta in un Paese diverso da quello di provenienza dei genitori. Non è importante rispondere a queste domande, l’importante è come mi vedo io e io mi vedo un’adolescente e basta !!!
Perché specificare italiana o marocchina, cristiana o musulmana ? Non importa ciò che sono importa la mia educazione, come vivo con il prossimo, come mi approccio al mondo occidentale. Questa è la mia generazione, è la mia idea da giovane bergamasca, con l’accento, che affronta la sua routine come una ragazzina qualunque con unica differenza: il copricapo!!
Non mi sorprende se ogni tanto vengono fuori dei dibattiti sul perché indosso il velo è giusto che sia così, ma bisogna partire senza pregiudizi e rispettare le scelte personali e riferendosi alle leggi e codici già esistenti. Applicare la legge che La Costituzione italiana, nell’art. 19, riconosce in modo ampio la libertà di religione. Essa viene intesa come libertà di fede religiosa per evidenziare il diritto di ogni individuo di professare la propria fede e di farne propaganda. La libertà di religione viene intesa inoltre come libertà di pratica religiosa, perché comporta il diritto di esercitarne in privato o in pubblico il culto.
Concludo sostenendo che sono un adolescente pronta allo scambio interculturale, senza timore di mostrare o spiegare le mie scelte da giovane musulmana bergamasca !
di Ihssane Slassi