Con Marco Simoncelli doveva andare a convivere nel giro di poche settimane. Invece la moto che ha tanto amato se lo è portato via. E alla sua fidanzata Kate Fretti, 23 anni a dicembre, non sono rimaste che le lacrime.
«Dimenticare non si può, posso solo convivere con il dolore – ha detto la ragazza ai microfoni di Matrix -. All’inizio credevo di non farcela ma in queste ore ho pensato, per me, per i genitori di Marco, ho pensato di potercela fare. Sono andata nella nostra casa, ho provato a dirgli che mi aveva detto che non ci saremmo mai lasciati, e invece si è sbagliato. Ci ho provato a dirglielo, e ho pensato che magari mi succede come in Ghost. Lo avete visto il film? Penso che magari quando sarai pronto fai così… che mi dia un segnale per continuare… tutti dicono che sono giovane, ma non sono fortunata: ho ancora settant’anni davanti prima di raggiungerlo, è lunga».
Sul fatale incidente di domenica in Malesia ha raccontato: «Quando ho visto che non aveva il casco ho capito che non c’era niente da fare, ho pregato, e mi sono venute in mente le parole del suo capotecnico che gli aveva detto di non mollare mai. Speravo che anche in quel momento lo stesse ascoltando, ma invece non era così. In ogni gara, se qualcuno si faceva male, diceva “oh, sono le corse, se non vuoi farti niente stai a casa”. E ora penso che vorrebbe che finissi quest’intervista dicendo “oh, sono le corse”».
Maurizio Fretti, papà di Kate, ha ricordato così il campione: «Si erano conosciuti cinque anni fa a Riccione, a lui era piaciuta mia figlia, poi arrivava qui, a farle la corte. Arrivava qui a Bagnatica sempre in macchina, ma anche con quella non è che ci andasse molto piano, con la sua Bmw M3. Sempre un sacco di traversi, di sgommate… Si è fatto conoscere subito, in quei momenti. Un ragazzo semplice, simpatico nella sua pettinatura e non solo. Usciva, salutava tutti, non rifiutava mai un autografo, voleva sempre andare lì al bar di mio cugino Maurizio a giocare a calcio balilla».