26 Agosto 303, località attuale: esterno chiesa di Sant’alessandro In Colonna, Bergamo centro.
In questo giorno, la storia narra che Sant’Alessandro trovò la morte, dopo diverse catture e svariate fughe, per aver mostrato pubblicamente di non credere negli dei, cercando di predicare la parola di Cristo e di convertire chi si trovava sulla sua strada. Venne così riconosciuto santo e martire dalla Chiesa.
A pochi giorni dalla festa, oltre a partecipare alle sagre e alle riunioni in famiglia, vi è da spendere solo pochi momenti per chiedersi oggi che significato ha questa solennità.
La vita del nostro Patrono si contraddistingue per essere la vita di un uomo che ha perso la sua stessa vita per credere fino in fondo in quella che era la figura di Cristo.
La vita di sant’Alessandro è particolare, in quanto spesa ad essere un soldato romano nella Legione Tebea. Il nostro patrono era sotto il comando del futuro San Maurizio, al quale viene dato il comando da Massimiano Erculeo, durante l’attraversamento del Vallese , di uccidere i Cristiani che incontrava, rei di non riconoscere nell’imperatore una figura divina. Ma San Maurizio e la legione di cui faceva parte anche Sant’Alessandro non sottostarono all’ordine. Erculeo pensò di punire questa grave insubordinazione con la decapitazione di tuttio coloro che nella legione avessero professato il credo nel cristianesimo e non quello negli dei. Con questa azione Massimiliano era sicuro che i legionari tornassero fedeli all’imperatore, ma così non fu ed allora ordinò lo sterminio di tutta la legione.
Sant’Alessandro riuscì a fuggire da questo martirio e, dopo diverse catture e fughe dal carcere, fu catturato anche a Como, dove durante l’esecuzione un miracolo impedì al boia di ucciderlo. Scappato anche a questa esecuzione il martirio avvenne a Bergamo il 26 agosto. Prima di questo crudele evento Alessandro riuscì e fu il primo a diffondere la fede Cristina a Bergamo e questa sua evangelizzazione lo portò a farsi riconoscere e catturare.
In questa breve sintesi vi sono innumerevoli punti di riflessione e interessanti osservazioni da compiere. Lascio ai commentatori una possibile lettura di questa vita alla quale Bergamo ha riconociuto in lui il nostro patrono.
Quello che mi limito ad osservare e percepire leggendo della sua vita è un forte sentimento di amore e fede in Cristo. Sono sicuro che ognuno di voi riuscirà ad interpetare al meglio la storia di questa vita, facendola diventare un po’ parte della propria.
di Silini Michele