Creare posti di lavoro con la cultura. Non è un’utopia ma una concreta possibilità nella quale credere e sulla quale avere il coraggio di investire. Qui c’è il futuro nostro: della nostra provincia, della Lombardia e dell’Italia. Lo ha detto e sottolineato con forza Valerio Bettoni, durante un incontro in via Papa Giovanni, nella sede del “Nostro Domani”. Alla serata hanno partecipato Milena Santerini e Agostino Giovagnoli, entrambi docenti alla Cattolica. Tema: cultura e politica. Bettoni è candidato al Consiglio regionale della Lombardia con la lista civica del Centro popolare lombardo – formazione che vuole stare appunto al centro, con i moderati. Nel voto del 24 e 25 febbraio per il rinnovo del Pirellone, la lista di Bettoni sostiene la candidatura di Ambrosoli.
Bergamo punta ad essere la capitale europea della cultura nel 2019. Sarebbe un riconoscimento prestigiosissimo per noi bergamaschi e per tutta la regione. Ma niente nasce dal caso e niente si improvvisa. Per raggiungere questo traguardo occorre fare, soprattutto bisogna uscire dall’attuale fase di immobilismo. La nostra terra – ha detto Bettoni – è ricchissima di storia, di arte, architettura, artigianato, paesaggi incomparabili dalla pianura alla città e dai laghi alle valli, gastronomia, folclore, opportunità di fare sport. Ogni paese offre interessanti richiami, ogni chiesa è una pinacoteca. Siamo alberi dalle radici antiche e sta a noi trovare la capacità di valorizzare al meglio ciò che il passato ci ha trasmesso in preziosa eredità, come risorsa che tutto il mondo ci invidia. In Italia abbiamo il 70-80 per cento del patrimonio mondiale di tesori d’arte e in più abbiamo la fortuna del clima, il calore dell’accoglienza, la forza della tradizione, l’originalità, la creatività e la fantasia che da sempre sono la nostra fortuna. Tutto questo va messo in movimento e capitalizzato, con l’assoluta convinzione – ha proseguito Bettoni, già Presidente della Provincia e consigliere regionale uscente – che possiamo e dobbiamo farcela a ottenere dalla cultura e dal turismo ciò che gli altri Paesi, vicini e lontani, riescono ad ottenere, pur non avendo l’immensa ricchezza di cui disponiamo. Non dimentichiamo che ogni euro investito nella cultura ne frutta ben 7!
Se uno vuole leggere, capire, amare e appassionarsi alla storia, di tutte le epoche, da noi trova tutto: Bergamo è un crocevia del Romanico; sul territorio sono disseminati capolavori del Barocco; abbiamo il gioiello delle Mura che cingono Città Alta e il dedalo delle chiese, dei palazzi e dei monumenti che vi sono racchiusi… Insomma, c’è l’imbarazzo della scelta… All’eccezionale gamma di meraviglie e incanti d’ogni genere, naturali e frutto dell’intelligenza umana, si accompagnano anche la nostra civiltà, le nostre strutture dell’accoglienza. In più Bergamo è la capitale dei voli low cost con il suo aeroporto di Orio dove l’anno scorso, giusto per fare un esempio, sono transitati 8.890.000 passeggeri. Qui deve svilupparsi la nostra industria, qui deve esprimersi il nostro riconosciuto genio: facendoci conoscere all’estero, dalle capitali e dalle città di partenza dei voli per Bergamo, predisponendo offerte speciali, itinerari diversificati per richiamare i turisti di passaggio e trattenerli sul territorio, invogliandoli a scoprire quanto è bella questa provincia.
Dobbiamo ritrovare l’incoraggiamento e la spinta al fare, snellendo al massimo tutti i percorsi burocratici, andando incontro a chi crede nell’iniziativa privata e non vorrebbe vedersi un bastone fra le ruote ad ogni passo. Se vogliamo davvero diventare la capitale europea della cultura – ha concluso Bettoni – dobbiamo crederci e la politica deve fare la sua parte a fianco della gente, con la gente.