Chiediamo a Milvo Ferrandi, consigliere delegato di Bergamo Infrastrutture, ed al Dott. Giuseppe Matozzo, direttore sanitario ATS dal 1° febbr. 2020, di non riaprire la piscina consentendo di entrare in vasca dopo avere fatto finta di lavarsi con i nebulizzatori.
Certo che la doccia sarebbe obbligatoria ma nessuno controlla che la doccia venga realmente fatta!
La teoria dei nudge o della spinta gentile di Richard Thaler, che ha vinto il premio Nobel per l’economia, alla piscina Italcementi, sino ad ora, è stata applicata al contrario:
- il biglietto non comprende la doccia calda;
- tra le docce e le vasche ci sono 200 metri circa;
- chi prende il sole dovrebbe fare 200 metri metri per rifare una doccia (pagando una seconda volta) ed altri 200 metri per entrare in vasca.
Non ci appelliamo al Covid ,che ci costringerebbe a lavarsi le mani con il sapone, ma al buon senso che, a nostro avviso, è sempre mancato così come il coraggio dei giornalisti locali di denunciare la situazione facendo nomi e cognomi.
Necessita:
1 – istallare delle docce nei pressi delle vasche dove prima ci si debba bagnare, poi insaponare ed infine sciacquarsi. Non servono opere costose ma una pavimentazione semplice con sopra un tubo e dei soffioni.
2 – un sorvegliante che, qualora si faccia i furbi, rispedisca a casa dopo avere pagato il biglietto comprensivo della doccia non fatta;
3 – coinvolgere gli istruttori ed i bagnini verificando che la procedura sia stata seguita.
Si suggerisce anche di alzare il prezzo del biglietto d’ingresso in quanto andare in piscina non è un bene essenziale ma il diritto alla salute ed alla vita si.