Attiva da oggi, 15 novembre, l’applicazione è il nuovo strumento con cui il Centro per la diagnosi e la cura dei disturbi del comportamento alimentare di Bergamo intende mettersi in contatto con i possibili pazienti, sempre più numerosi e sempre più giovani.
Si chiama «Sc(Hi)accia dca» ed è un alleato in più per mettere al tappeto i disturbi alimentari: anoressia e bulimia in primis. In funzione da oggi, «Sc(Hi)accia dca» è l’applicazione disponibile su iOS e Android voluta dal Centro per la diagnosi e la cura dei disturbi del comportamento alimentare (Cdca) della Casa di Cura Palazzolo di Bergamo, per dare la possibilità a persone che hanno un problema alimentare, ai loro amici, famigliari, insegnanti ed educatori di ottenere informazioni ed un eventuale aiuto.
Un canale diretto per intercettare gli adolescenti, sempre più spesso vittime di questi disturbi: basti pensare che solo in provincia di Bergamo, ogni settimana si registrano almeno cinque nuovi casi e il fenomeno, sempre più diffuso tra le giovanissime, registra un incremento anche tra gli uomini. Da qui, il desiderio di creare «Sc(Hi)accia dca», App che consentirà agli adolescenti, ma anche alle famiglie, di interagire direttamente con un esperto in disturbi del comportamento alimentare, trovando le risposte e l’aiuto necessario.
«“Sc(Hi)accia dca” è l’ultimo tassello in ordine di tempo di un più ampio progetto di collaborazione con il territorio e con il consorzio Solco Città Aperta con cui la Casa di Cura Beato Palazzolo sta lavorando in team per favorire la prevenzione e la diagnosi precoce nelle scuole, negli oratori, nelle associazioni sportive e per attivare percorsi di supporto ai pazienti del Cdca – ha spiegato il direttore generale, dott. Edoardo Manzoni alla presentazione della APP alle istituzioni invitate a fare sistema per affrontare l’emergenza disturbi alimentari –dal 2000, ovvero da quando il Centro ha aperto, abbiamo seguito 1743 persone e ne abbiamo ricoverate 653. È un fenomeno in continua crescita e l’App potrà offrire un supporto concreto a ragazze e ragazzi che altrimenti difficilmente si rivolgerebbero a un centro specializzato».
“Sì perché chi è affetto da disturbi alimentari assume un atteggiamento di isolamento relazionale –ha aggiunto il dott. Amaglio, Direttore del Centro per la diagnosi e la cura dei disturbi del comportamento alimentare – Attraverso la APP, chi rileva questo rifiuto ora sa che cosa fare. Ha, infatti, la possibilità di valutare i propri timori e affidarsi a un’équipe specializzata che attui interventi psicologici e nutrizionali mirati alla gestione dell’ansia, delle emozioni negative, del reintegro nel tessuto sociale e dell’aumento graduale del peso, finalizzato a ottenere una condizione di buona salute”.
Un contatto meno invasivo ma più immediato con il mondo sommerso di chi soffre di questa patologia, dunque, reso possibile grazie alla vittoria di un bando promosso dalla Fondazione Vodafone “Digital for Social”. L’impegno della Fondazione Vodafone Italia, con il bando “Digital for Social” si declina nella promozione del digitale e, più in generale della tecnologia, come strumento di innovazione sociale. Rientra proprio in questa dimensione l’iniziativa SC(HI)ACCIA della Casa di Cura Palazzolo di Bergamo, che è stata premiata tra più di 450 progetti ricevuti. “Come Fondazione Vodafone Italia– spiega Maria Cristina Ferradini, Sustainability manager di Vodafone e Consigliere Delegato di Fondazione – abbiamo deciso di sostenere questo progetto perche’ coniuga insieme le tecnologie digitali alle competenze psicologiche e mediche del team, la collaborazione di importanti esperienze del territorio e soprattutto perche’ si propone di aiutare i ragazzi e le famiglie in quella dimensione del disagio nascosto e spesso negato che porta a punti di non ritorno”.
E oltre al contatto sul sito internet e via App, il centro della Palazzolo a Bergamo è a disposizione dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 15.30 al numero telefonico 035.389206 per supportare i pazienti con percorsi personalizzati. A partire da una “Valutazione diagnostica” con psichiatri, medici, dietisti e psicoterapeuti, per poi proseguire con “Percorso ambulatoriale” che aiuterà a elaborare le emozioni e superare le difficoltà di salute, con un lavoro terapeutico basato su immagine corporea, autostima e relazioni interpersonali.
Perché di anoressia e bulimia si può guarire, se riconosciute e curate con tempestività.