La risposta alla crisi? I Paesi meno cari, dove la pensione ti fa arrivare a fine mese.
Sono oltre 29 mila i pensionati lombardi (bresciani e bergamaschi in cima alla lista) ai quali l’Inps paga la pensione all’estero. Nel 2006 erano circa 24 mila. Una parte ha lavorato un certo periodo in Italia e poi è emigrata. Molti sono quelli che con 600 o 1.000 euro al mese hanno cercato un nuovo posto dove vivere, per esempio: Santo Domingo, Panama, la Thailandia, il Madagascar o il Marocco. Vacanze sempre più lunghe, che a volte durano tutto il resto della vita. Sono i pensionati in fuga dalla crisi, dal caro vita o dal freddo dell’inverno, ad andare sono quelli fra i 60 e i 70 anni, la maggior parte uomini. Inizialmente alcuni passano all’estero solo il periodo invernale, ma poi generalmente si stabiliscono tutto l’anno. Un po’ è la voglia di cambiare e un po’ è per fuggire dal caro vita. Con 1.000 euro al mese in alcune zone del mondo vivi come un signore. Su chi va, quelli che restano dicono: «È matto». Ma qualcuno ammette: «Forse l’ha indovinata».
Ma quali sono le ragioni principali, oltre al fattore economico, per cui un pensionato decide di andarsene dal Belpaese? Per quattro fondamentali motivi: perché solo la pensione ti assicura un introito, ancorché minimo, per affrontare con ragionevole stabilità il radicamento in lidi lontani; perché il pensionato ha meno legami da recidere; perché i figli oramai grandi tutto sommato ti assicurano una ciambella di salvataggio in caso di un pentito ritorno… E poi perché un piede qua e un piede là ti consentono persino una fuga part-time, inverno ai tropici e primavera in Italia.
La scelta di una nuova dimensione prevale sulla superficiale curiosità: insomma si cambia casa, nazione, luogo di vita, abitudini per sempre o per qualche mese l’anno, spendendo molto meno che in patria e vivendo molto meglio. E’, appunto, la fuga flessibile, alla portata di tutti i portafogli. A patto naturalmente di recidere qualche ponte e armarsi del necessario coraggio.
In genere a partire sono bergamaschi, bresciani e milanesi. Spesso la prima scelta è una «vacanza lunga» magari di 6 mesi, poi si valuta. Secondo i dati Inps, in Thailandia i pensionati lombardi che hanno fatto il salto definitivo sono 30 (erano 25 nel 2010), in Brasile sono 726, nelle Filippine 28, in Spagna (che comprende anche le isole Canarie) sono 640 contro i 597 del 2006, in Marocco nel 2011 per la prima volta le statistiche hanno rilevato un gruppo di 20 (numero minimo per l’indicazione specifica dello Stato), mentre nella Repubblica Dominicana sono 47. In totale,nell’anno 2011 sono state 496.147 le pensioni erogate dall’Inps a soggetti residenti fuori dall’Italia, su un totale complessivo di 18.323.234 pensioni erogate; questi comunque, sono solo i dati delle pensioni che l’ Inps paga all’estero, esistono anche i pensionati “tecnologici” che la pensione la ricevono normalmente in banca in Italia e controllano il proprio conto per internet pagando le proprie spese con carta di credito come nel proprio paese e di questi pensionati e’ difficile stabilire il numero. Sicuramente numerosi i pensionati Italiani a Panama « A Panama – spiega Giorgio Rovelli, 71 anni, ex bancario, che almeno tre mesi li passa nel paese centroamericano ci sono le condizioni migliori per vivere con la propria pensione, buona qualita’ di vita e servizi, lo status di pensionato a Panama dà diritto a sconti consistenti su cinema, teatri, hotel e trasporti e la popolazione e’ gentile e molto rispettosa verso gli anziani. Non mancano locali e ritrovi dove i pensionati italiani, in particolare bresciani, bergamaschi e romani si trovano ogni giorno, alcuni restano per 6 mesi all’anno che e’ il termine massimo di residenza per turismo, e chi per sempre».
Comunque quattro conti si devono fare: 100 euro al mese per bollette e 220 euro al mese per mangiare di tutto (ma il vino è molto caro) escluso l’affitto dell’alloggio; a Panama City le locazioni sono piuttosto costose, meglio spostarsi in periferia o in altre localita’; ancora meglio sarebbe comprarsi un’abitazione, i prezzi sono interessanti e non sono proibitivi, le prospettive di rivalutazione sono ottime con possibilita’ di affittare temporaneamente l’immobile per i mesi che si risiede in Italia, ricavandone un interessante reddito. Per visti di residenza, documenti, assistenza immobiliare per l’acquisto o affitto dell’abitazione esistono agenzie specializzate (Upperstyle Panama), mentre per l’assistenza sanitaria bisogna arrangiarsi con una assicurazione privata il cui costo è di circa 600 euro all’anno.
«Qui si vive meglio con meno soldi – conferma Luigina Castro trasferitasi a Panama da tre anni – quando chiedo ai miei amici come va in Italia mi dicono che è sempre peggio, certo mi manca la chiacchiera al mercato con gente che parla la mia lingua e altre piccole cose, ma non mi sono mai pentita»
Molte persone hanno avuto il sogno di vivere all’estero per gran parte della loro vita lavorativa e con il pensionamento, con un giusto investimento, una corretta pianificazione della pensione e la giusta assistenza, possono realizzare il loro desiderio di vivere serenamente una nuova vita, e perche’ no…una seconda giovinezza.