I sindacati bergamaschi siglano un patto che assomiglia ad un programma di un partito politico. Quest’ultimi, viceversa, non hanno un programma ma cercano solo il consenso degli elettori con promesse irrealizzabili. I banchieri fanno tutto fuorchè erogare prestiti a chi se li merita. Tutti desiderano fare sistema ma pochi sono interessati a fare semplicemente bene ed onestamente il proprio mestiere. Allevi
Patto per l’occupazione, lo sviluppo e la competitività
Per superare la crisi e riavviare lo sviluppo bisogna partire da idee e obiettivi condivisi. La soluzione ai temi della globalizzazione e della produttività deve essere perseguita senza diminuire tutele e diritti, ma sostenendo la crescita, la competitività, la professionalità dei lavoratori. Le crisi aziendali vanno superate attraverso la concertazione e azioni concrete che rendano attrattivo il nostro territorio per chi vuole investire e continuare a produrre.
Cgil Cisl e Uil ritengono positivo il confronto avviato a livello nazionale fra sindacati e imprese su emergenze sociali, mezzogiorno, innovazione e ricerca, semplificazione della pubblica amministrazione. Auspicano che i successivi confronti producano uguali risultati su: investimenti e produttività, federalismo, fisco. Cgil Cisl Uil intendono dare continuità alle importanti intese innovative realizzate in questi anni (accordo valle Seriana, valle Brembana, contratti di solidarietà, apprendistato).
Nel merito occorre:
1. Sostenere in tutte le sedi una riforma della fiscalità che diminuisca la tassazione sul reddito da lavoro e impresa e ne sposti il carico più sulle rendite e i patrimoni. Occorre un intervento deciso per diminuire drasticamente i tempi di pagamento per servizi resi da parte degli enti pubblici, serve un patto di stabilità meno ottuso, lo sblocco dell’autonomia fiscale, un ruolo attivo degli enti locali nel contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, utilizzando le risorse recuperate per politiche sociali sul territorio.
2. Sostenere il manifatturiero, settore decisivo per la crescita del territorio, con una politica industriale nazionale e regionale che incentivi i tre fattori chiave della competizione:
innovazione, ricerca e sviluppo, internazionalizzazione. Servono politiche per incentivare le aggregazioni, la crescita e la creazione di nuove Imprese con azioni che garantiscano la permanenza sul territorio delle aziende esistenti.
3. Sostenere e sviluppare un sistema terziario più avanzato attraverso l’erogazione di servizi in grado di creare nuova occupazione in particolar modo nell’ambito dell’energia (fonti alternative, risparmio energetico) con una particolare attenzione alla positiva esperienza dei 100 comuni bergamaschi nel campo delle energie rinnovabili…), dell’ambiente (tutela e valorizzazione), del turismo e dei servizi alla persona.
4. Accelerare nella nostra provincia gli investimenti e i finanziamenti per l’incremento del patrimonio edilizio residenziale pubblico, i programmi integrati di promozione di edilizia residenziale sociale, i progetti e finanziamenti relativi al Piano casa. Far partire un programma straordinario di manutenzione dei beni pubblici a partire dalle zone già definite a rischio idrogeologico-sismico, avviare un programma straordinario di riconversione ecocompatibile di tutti gli edifici pubblici che sappiano coniugare efficienza energetica, rispetto ambientale ed evoluzione tecnologica.
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5. Una politica del credito provinciale che aiuti le Imprese ad avviare i propri investimenti. In unperiodo di crisi l’inasprimento del rapporto tra le banche e le imprese può rappresentare unalimitazione che potrebbe produrre effetti negativi sulla ripresa e la crescita.
6. Favorire ed incentivare processi di sistema e di aggregazione, sinergie, reti, nel campo della ricerca e della innovazione tra gli Enti e le Società che già operano in provincia nel privato e nel pubblico (Km rosso, Servitec, Bergamo formazione, Centro di ricerca maiscultura, Istituto Mario Negri) per stimolare e promuovere il trasferimento delle competenze per l’innovazione tecnologica applicata al settore industriale, agroindustriale e dei servizi alle imprese.
7. Accelerare la realizzazione di tutte quelle infrastrutture che possono consentire di aumentare la competitività del territorio:
variante di Zogno
progetti sovracomunali per il recupero delle aree dismesse con l’obiettivo di creare nuove opportunità di investimento e lavoro
definire tempi certi per la realizzazione del progetto Porta Sud
collegamento su rotaia dell’Aeroporto di Orio al Serio a Bergamo
polo d’interscambio di Ponte San Pietro
estensione rete tramviaria T2 Bergamo-Villa d’Almè e T3 Bergamo-Ospedale Nuovo
cablatura in fibra ottica o collegamenti in banda larga di tutti i Comuni della Provincia
8. Sviluppare e orientare le competenze in corrispondenza alla domanda effettiva di lavoro sul territorio orientando le famiglie e gli studenti verso percorsi scolastici e indirizzi di studio richiesti dal mercato del lavoro pubblico e privato bergamasco;
9. Sviluppare interventi contro il lavoro nero e tutte le forme di dumping e concorrenza sleale, agevolando e sostenendo la diffusione della cultura della legalità anche attraverso la sottoscrizione fra le parti di un protocollo provinciale su legalità e trasparenza.
10. Intervenire in maniera ancora più efficace sui temi della sicurezza perchè troppo spesso dobbiamo denunciare gravi infortuni sul lavoro che avvengono in presenza di catene non controllate di subappalti che spingono ad una riduzione dei tempi e dei costi e ad una gestione meno attenta ai dispositivi di protezione e sicurezza.
L’occupazione va tutelata e sostenuta attraverso:
azioni di sostegno al reddito dei lavoratori attraverso l’estensione degli ammortizzatori a tutti i comparti del mondo del lavoro e a tutte le tipologie di lavoratori, la proroga per il 2011 degli ammortizzatori sociali in deroga, più contratti di solidarietà, esclusione dalle finestre mobili per il pensionamento per i lavoratori posti in mobilità;
politiche attive del lavoro attente alla formazione , ma anche all’occupabilità e all’accompagnamento della persona nella ricerca di nuova occupazione;
accordi aziendali e territoriali che, recuperando produttività e competitività, creino occupazione stabile e aggiuntiva;
un ruolo attivo nella gestione delle crisi aziendali anche da parte degli Enti locali e della Regione Lombardia per incentivare gli investimenti sul territorio;
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una contrattazione sociale in difesa del welfare territoriale (assistenza, non autosufficienza, tutela delle fasce deboli) ma anche dei servizi pubblici locali (politiche di investimento, trasporti, casa, scuola)
Per tutto quanto indicato è necessario
– un piano provinciale per le politiche del lavoro che attraverso un nucleo operativo
coordinato dalla provincia governi e gestisca in modo mirato e flessibile le risorse delle
doti attraverso la costruzione di una banca dati sui fabbisogni formativi e professionali delle
imprese per costruire un piano di occupazione territoriale anche attraverso un effettivo
indirizzo alle politiche di formazione e riqualificazione. Le parti sociali intendono sviluppare
un ruolo attivo sulle politiche del lavoro anche attraverso la bilateralità per azioni di
orientamento e accompagnamento nel mercato del lavoro. L’esperienza in corso ad Albino,
relativa al “progetto Valle Seriana”, può rappresentare una prima sperimentazione.
– Un “patto per la produttività e l’innovazione” che permetta di dare un decisivo impulso alla
contrattazione decentrata come fattore essenziale per una maggiore competitività e per
incrementare l’occupazione stabile e la qualità del lavoro, valorizzando la contrattazione
nazionale e sviluppando accordi territoriali ed aziendali per quote aggiuntive di salario
variabile contrattato defiscalizzato e decontribuito.
– Un maggiore coinvolgimento dei lavoratori riguardo gli indirizzi strategici dell’impresa e le condizioni e la qualità del lavoro. Riteniamo importante avviare un confronto sulla partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori nei consigli di sorveglianza nelle società a partecipazione pubblica che occupano ambiti strategici (acqua, energia, trasporti) per le prospettive di sviluppo del territorio bergamasco.
– Una sede stabile di confronto sulle diverse crisi e chiusure aziendali in grado di definire e coordinare tutti gli interventi istituzionali tesi a rendere competitivo e attrattivo il territorio per nuovi investimenti e insediamenti produttivi. I fattori di forza del territorio bergamasco devono essere valorizzati e fatti conoscere promuovendo strumenti che garantiscano effettive azioni di conoscenza delle opportunità presenti nella nostra provincia.
– Un confronto con tutti gli enti locali sulla piattaforma unitaria di CGIL CISL UIL e Federazioni dei pensionati al fine di definire protocolli locali sul welfare territoriale con particolare attenzione alle fasce sociali e alle famiglie più in difficoltà.
Su queste azioni Cgil, Cisl e Uil di Bergamo ritengono necessario ricercare una forte condivisione attraverso il confronto con le Imprese, le istituzioni, le forze politiche, gli altri attori sociali che operano sul territorio per costituire una “governance attiva” che declini le azioni in progetti, ricerchi le risorse e realizzi gli obiettivi indicati.
Bergamo, 25 novembre 2010