Sono sette – esattamente come lo scorso anno – le “Osterie” bergamasche segnalate nella Guida 2020 delle “Osterie d’Italia” pubblicata da Slow Food Editore. Confermati i sette locali che erano in Guida lo scorso anno, ma con una novità importante: a meritare la“chiocciola” (locale che piace in modo speciale, per ambiente, cucina, accoglienza), oltre alla conferma della Trattoria Burligo di Palazzago, si aggiunge quest’anno la Trattoria Visconti di Ambivere. Il locale della famiglia Visconti ha meritato anche un prestigioso primato nazionale: è stata proclamata l’Osteria con la miglior cantina d’Italia (circa 900 etichette). Non solo: il locale di Ambivere è segnalato anche per la grande attenzione ai formaggi e all’olio extravergine d’oliva.
Complessivamente la Guida elenca 1.656 locali di tutta Italia. Coordinatrice della Guida per la Lombardia è la bergamasca Silvia Tropea Montagnosi, grande esperta di cucina:«In totale in Lombardia – afferma – sono state verificate oltre 160 realtà e di queste solo una ottantina sono entrate in Guida. Il gruppo di lavoro comprende una ventina di persone, buongustai volontari da me coordinati. I criteri di valutazione sono: accoglienza (vogliamo locali dove ci si senta a casa propria); cucina tradizionale, innovata in modo semplice, senza barocchismi; utilizzo il più possibile di prodotti del territorio; prezzo (antipasto, primo e secondo) che non superi, salvo qualche eccezione motivata, i 35- 45 euro».
Oltre alle due Osterie che hanno meritato il massimo riconoscimento della “chiocciola”, ecco gli altri cinque locali inseriti in Guida: Ai Burattini di Adrara San Martino (segnalata anche l’ottima cantina); Al Gigianca a Bergamo (ottima cantina, grande attenzione ai formaggi locali e buona selezione di oli extravergine d’oliva); Dentella di Bracca (ottima selezione di formaggi); Polisena-l’Altro Agriturismo, sulle colline di Pontida, condotto dalla famiglia Locatelli all’insegna del bio sia nella struttura (in materiali ecocompatibili) sia nelle pietanze servite, le cui materie prime sono di propria produzione; Taverna di Arlecchino a Oneta di San Giovanni Bianco, segnalato per l’ottima polenta classica o taragna, consigliata con lo stufato di cinghiale in agrodolce.
«La nostra scelta – conclude Tropea Montagnosi – si fa sempre più difficile per le tendenze che, nel nome della innovazione, rischiano di stravolgere la cucina italiana. Le cosiddette “osterie”, che sono ottimi ristoranti a tutti gli effetti, mantengono salda la tradizione senza rinunciare a qualche equilibrata variazione».
Il volume sarà presentato la sera di giovedì 10 ottobre alla Trattoria Visconti per iniziativa di Slow Food Valli Orobiche nel corso di una cena stagionale e vini di grandi annate. Info e prenotazioni 335.336334, info@slowfoodvalliorobiche.it