«Abbiamo deciso di sollevare il problema in modo forte e convinto perché le libertà individuali non devono essere limitate», così esordiscono Mario Colleoni Alberto, Citerio e Maurizio Regazzoni, segretari generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Bergamo, nel commentare dati e notizie relative allo sciopero all’Oriocenter. «È vitale interrogarsi su quali siano le condizioni lavorative dei circa 3mila lavoratori attivi a Orio e dei migliaia di lavoratori del commercio, spesso stagisti, lavoratori a chiamata e precari e troppo spesso con poche tutele reali. Anche per questo abbiamo indetto lo sciopero a cui molti lavoratori hanno aderito a dispetto di alcuni titoli, tesi solo a fare clamore, inneggianti al flop. Nulla di più falso – affermano i tre segretari – la partecipazione è stata ottima per un settore quale è quello del commercio». Nelle aziende sindacalizzate, tra astensioni (possibili in relazione al non obbligo di lavoro festivo) e adesioni allo sciopero (per chi aveva l’obbligo previsto dal contratto individuale) lo sciopero del 22 ha raggiunto una media del 60%(Iper, Apple, H&M, Zara, Autogrill, Mc Donald). Nelle aziende non sindacalizzate e nei piccoli negozi, dove c’è una media di 4 dipendenti e dove il numero di stagisti e precari è elevato, l’adesione fra astensione e sciopero è stata del 25%.