L’assessore regionale al Territorio, Daniele Belotti, in una lettera inviata al Tg1, esprime il suo disappunto per il servizio sul nuovo ospedale di Bergamo andato in onda domenica 14 novembre nell’edizione delle 20. “Un servizio che travisa la realtà – protesta Belotti -. Un ospedale di così alto livello, l’orgoglio di tutti i bergamaschi, che costituirà un’autentica eccellenza non solo per la sanità lombarda e italiana, ma che avrà rilevanza internazionale, non può neppure essere anche solo lontanamente paragonato alle tante cattedrali nel deserto, nonchè pozzi senza fondo, di cui l’Italia, soprattutto meridionale, è piena. Qualche esempio per tutti: l’ospedale fantasma di Pizzo Calabro, mai inaugurato, dove gli ascensori sono così minuscoli che le lettighe non entrano; l’ospedale di Cagliari, che avrebbe dovuto avere, sulla carta, 1.040 posti letto, mentre ne ospita solo un centinaio e l’ospedale di Turi, nel Barese, che, nato come centro per curare le tossicodipendenze, è diventato, esso stesso regno di spacciatori e drogati; quello di Vico del Gargano, in provincia di Foggia, infine, che è stato inaugurato 11 volte e non è mai entrato in funzione”. “Nell’edizione del Tg1 delle ore 20 di ieri – osserva Belotti – è andato in onda un servizio nel quale si si è parlato con enfasi pari al travisamento della realtà, di ospedale costruito sull’acqua, allagato, con lavori in ritardo e con la mancanza del sottopasso ferroviario. Non solo: si è anche ingiustificatamente insinuata l’idea di un’approssimazione da parte degli amministratori locali nella scelta di un luogo a rischio allagamento, di un’incapacità dei progettisti e delle imprese costruttrici”. “Non appena emersa la notizia delle infiltrazioni alla Torre Cinque dell’Ospedale – ricorda Belotti – insieme all’assessore regionale all’Ambiente, Marcello Raimondi, in qualità di referenti del Tavolo Territoriale di Bergamo, abbiamo organizzato un sopralluogo, lo scorso 1 ottobre, alla presenza dei tecnici e della stampa; anche la troupe del Tg1 ha potuto visionare i locali oggetto delle infiltrazioni, realizzando immagini che però non sono state trasmesse nel servizio”. “Gli allagamenti e le infiltrazioni d’acqua che nel servizio si dice siano state rilevate nei seminterrati della Torre Cinque – spiega Belotti – all’ingresso principale della nuova struttura” – e che peraltro non sono testimoniate da alcuna immagine – sono, a differenza di quanto sostenuto nel servizio, solo delle infiltrazioni di umidità all’interno di una cabina elettrica e sono peraltro di agevole risoluzione; il nuovo ospedale rappresenta l’opera pubblica più importante realizzata nel Bergamasco dal dopoguerra ad oggi, un’opera che fino a un paio di mesi fa aveva rispettato il cronoprogramma prefissato, la cui conclusione slitterà solo di 6/7 mesi. La realizzazione del ‘Beato Giovanni XXIII’ ha visto la partecipazione e la collaborazione proficua del Governo, dell’amministrazione regionale e di quelle locali che si sono succedute negli anni, di diverso colore, tanto in Provincia quanto in Comune”. “In merito ai costi a metro quadro – aggiunge l’assessore – il Nuovo Ospedale di Bergamo, che è praticamente in fase di collaudo, pur essendo una struttura d’eccellenza può vantare un costo di soli 1.050 euro/mq, a fronte di un costo medio per costruzioni analoghe che in Lombardia è pari a 1.800 euro /mq e in altre regioni arriva fino a 8-10.000 euro/mq.; inoltre, l’ingresso dal lato di via King, ovvero la via attraversata dalla ferrovia, cui si fa riferimento nel servizio e che, in mancanza di sottopassaggio, impedirebbe, a passaggio livello chiuso, l’accesso all’ospedale, è un ingresso secondario. Quello principale e quello del Pronto soccorso, infatti, sono accessibili dall’asse interurbano, una strada a largo scorrimento; a questo proposito, va sottolineato che la scelta di localizzare l’ospedale nella zona sud della città è stata fatta proprio in ragione della facilità di accesso all’area, previa visione di un approfondito studio geologico”.