L’intero mercato europeo è un mercato ormai saturo di prodotti caratterizzato da una miriade di aziende che creano un’altissima competizione. Contemporaneamente al declino dei mercati tradizionali, si stanno sviluppano nuovi mercati mondiali destinati con il tempo a diventare fulcro della nuova economia mondiale.
Sono in molti ancora a pensare che la Cina rappresenti un mercato in cui ottenere manodopera a basso costo. Per anni i vari paesi occidentali hanno delocalizzato i loro impianti produttivi in Cina e nei diversi paesi emergenti come si trattase di una grande strategia industriale. Spostare gli impianti produttivi per produrre prodotti destinati ai mercati occidentali non poteva essere la scelta vincente e, infatti, gli ex mercati emergenti, dopo aver appreso e copiato la più sofisticata tecnologia ora si ritrovano a dettare le regole del gioco a casa loro sfruttando l’abbrivio di un economia e di un mercato in rapida espansione (10% annuo).
La vera strategia vincente era e dovrà essere quella di produrre nei mercati emergenti per vendere direttamente in questi mercati.
Il mercato cinese e asiatico ha un mercato potenziale di 3 miliardi di persone.
Anche l’economia africana (grazie ai massicci investimenti cinesi) sta sviluppando notevolmente il proprio mercato: un esempio sono i mondiali di calcio che hanno fruttato alla FIFA tra diritti e sponsorizzazioni 3,2 miliardi di dollari contro i 400mila dello scorso mondiale in Germania.
E’ solo questione di tempo prima che l’Europa diventi un mercato marginale a livello globale, la crisi globale modifica velocemente le gerarchie economiche mondiali. L’espansione verso i nuovi mercati emergenti è un ottimo modo per superare la crisi economica che se colpisce duramente i paesi occidentali, sta, d’altro canto, favorendo lo sviluppo delle economie asiatiche.
Le imprese italiane non devono lasciarsi sfuggire anche questa occasione per sfruttare i mercati emergenti puntando ad una penetrazione di questo mercati.
Per un corretto approccio ai mercati internazionali è necessario che le aziende dispongano di un proprio ufficio estero o che si aggreghino a chi è dotato di una valida organizzazione o che si rivolgano ad aziende di consulenza che hanno al loro interno professionisti esperti del settore.