Nuovi orizzonti per il vino italiano e la birra non in bottiglia, spillati direttamente dal fusto. Grazie all’innovativo fusto monouso, eco-friendly e totalmente riciclabile, progettato e realizzato dalla PolyKeg srl di Grassobbio (Bg), viene garantita una perfetta protezione del contenuto, un’elevata pressione di esercizio, un’eccellente stoccabilità, un’ottima maneggevolezza e la massima resistenza agli urti.
Molteplici sono i vantaggi: è un Keg (fusto) monouso realizzato in Pet con un’ottima shelf-life generata dalla barriera offerta dalla speciale miscela polimerica usata. Grazie alla sua leggerezza, pari al 5% del peso totale, è possibile abbattere costi di trasporto di oltre il 60%, evitando così anche emissioni di Co2 importanti. La gestione diviene poi più facile ed economica (no depositi, no manutenzioni, vuoto a perdere), visto anche il minor costo di logistica (pallettizzazione facile ed economica, no resi, no stoccaggio). Infine, essendo riciclabile al 100%, trova ampi consensi anche in mercati che, come quello tedesco, hanno una prioritaria predisposizione al recupero dei materiali.
Una delle aziende che ha sempre creduto nel vino e nella birra alla spina è la Quattroerre di Torre de’ Roveri (Bg), che ha collaborato per la realizzazione del nuovo fusto rivoluzionario con la ditta costruttrice, avviando per conto proprio
una sperimentazione del nuovo contenitore durata 12 mesi. Sperimenti fatti direttamente da Quattroerre, ignorando quanto il produttore aveva già certificato. «Non è stata una mancanza di fiducia – spiega il presidente Quattroerre , Giampietro Rota – bensì la piena consapevolezza di evitare criticità non analizzate dal costruttore. Oltre cento test di laboratorio hanno dimostrato la perfetta compatibilità del materiale usato per la fabbricazione del keg a contatto con il vino, fermo o frizzante che sia. Possiamo serenamente affermare che – in un periodo di osservazione pari a dodici mesi – non ci sono state variazioni di carattere né chimico né organolettico per il vino contenuto all’interno del PolyKeg».
Ecco allora scattare per la Quattroerre il progetto-export di vino prima e poi di birra alla spina. Con il nuovo contenitore a perdere e molto più leggero, tutto diventa più facile e economicamente sostenibile per l’export. Per affrontare questa nuova sfida è stata creata una linea apposita di vini, utilizzando parte del patrimonio enologico dell’azienda. Quattro sono le tipologie a disposizione: due vini bianchi e due vini rossi. Per i bianchi si è previsto un vino fermo a marchio “Brugali” e un vino frizzante a marchio “Villa Erica”; stessa soluzione per i vini rossi. Il grande successo ottenuto dalla Quattroerre con questi prodotti è dovuto a un semplice segreto: proporre vini genuini, di giusta gradazione, con la massima attenzione ai prezzi.
«Se il vino alla spina in contenitori PolyKeg rappresenta il presente – conclude il presidente Rota – il futuro sarà dedicato al mondo della birra. L’attenzione che i mercati esteri riservano per il Made in Italy, in particolare per il comparto agroalimentare, è un’opportunità da non perdere. Grazie al progetto Birrificio Nazionale, nato all’inizio del 2011, entro pochi mesi saremo in grado di completare il nostro paniere di offerta anche con una birra speciale artigianale italiana, posizionandoci tra i primi esportatori di questo segmento».