II DOMENICA ORDINARIO ANNO A
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,29,34.
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Commento
L’anno liturgico presenta due poli principali: il ciclo del Natale e quello di Pasqua. Ambedue hanno un tempo di preparazione (Avvento e Quaresima) e un tempo solenne dopo la festa principale (il Tempo dopo Natale e dopo Pasqua). Il resto dell’anno liturgico è chiamato tempo ordinario ed il colore dei paramenti è il verde. Il nome non deve trarre in inganno, perchè non si tratta di un tempo qualunque. In esso si leggono le pagine delle S. Scritture che illustrano i misteri della vita di Gesù e ci illuminano sul senso della nostra vita. Anche questa ha i suoi momenti alti e i suoi momenti ordinari, che però sarebbe un errore considerare banali. In realtà sono tutti straordinari perchè nella quotidianità sono in gioco cose grandi, il destino di ciascuno e l’esito della sua umanità. La straordinarietà della vita nella sua totalità dipende dal suo mistero, cioè dal fatto che essa è attraversata dal mistero di Dio, che si rende presente. Questa presenza conferisce un carattere nuovo ed aiuta l’uomo a raggiungere la sua pienezza.
1. Questa presenza è annunciata da Giovanni Battista con le parole: Ecco l’Agnello di Dio! Questa è la Buona notizia per eccellenza, Il Vangelo appunto! Annuncia un Dio che si presenta fortemente coinvolto nel destino degli uomini !
2. La modalità non superficiale ed epidermica del coinvolgimento è illustrata dalla seconda parte della frase: che toglie il peccato del mondo!. Non vi è vicinanza ad una persona se non si assumono le negatività, le sofferenze di cui è vittima. Ora l’Agnello di Dio, cioè il Messia Gesù, prende su di sè i nostri peccati, viene cioè a guarirci dal male antico in cui siamo precipitati e che è all’origine di tutti i nostri guai.
3. Egli viene come Agnello, cioè con un atteggiamento di misericordia, di compassione, di tenerezza verso di noi. Si china sulle nostre malattie e infermità, espressione di un amore sconfinato per l’umanità. Dio ci guarda prima di tutto con misericordia.
Questo è per noi motivo di gioia, perchè ci sentiamo avvolti ed abbracciati dalla tenerezza divina. Questo è il principio della fede: sentirsi amati ed accettare questo amore. Spesso viviamo lontani da questa consapevolezza, avvertiamo Dio come lontano e irraggiungibile. Certamente lo è, ma si è fatto vicino come Agnello che porta il nostro peccato.
Il sentirsi amati da Dio in modo sorprendente e superiore ai nostri meriti è la medicina che ci guarisce dal nostro peccato. Infatti siamo chiamati ad uno sguardo di misericordia nei confronti dei nostri fratelli, a praticare verso di loro la medesima tenerezza usata da Gesù verso tutti, ma soprattutto i poveri, i malati e i nemici che lo hanno ricambiato di odio. In questo sta la guarigione del nostro cuore: saper guardare noi stessi e gli altri con lo sguardo misericordioso di Gesù e amare di conseguenza. Questo riscatta l’eventuale banalità della nostra vita; l’amore misericordioso rende tutto il tempo della nostra vita straordinario.