Egregrio Sig. Direttore, come risaputo, l’annualità 2012 si apre con numerose nuove negative: riduzione dei contributi statali al funzionamento del Comune di Bergamo per 8 milioni di Euro; un nuovo tributo sugli immobili (IMU) che finanzierà, a differenza della precedente ICI, anche l’erario statale per il 50 % del gettito con una contestuale diminuzione pari a circa 4 milioni di Euro delle entrate tributarie comunali; riduzione dei dividendi A2A; probabile eliminazione dell’addizionale sull’energia elettrica comunale (a favore del contestuale innalzamento dell’addizionale erarariale) per una ulteriore contrazione pari a 1 milione di Euro. Questi dati inequivocabili portano con sè un’altra considerazione: il disavanzo corrente del Comune di Bergamo peggiorerà, a spese invariate, di un importo pari. Per disavanzo corrente, infatti, va intesa l’eccedenza delle spese ordinarie sulle entrate ordinarie tra le quali figurano anche i contributi statali ed i tributi. Questo peggioramento, ovviamente, si ripercuoterà anche sul saldo valido ai fini del patto di stabilità. Il patto, infatti, si basa per il contenimento dell’indebitamento su obiettivi tarati su saldo corrente e saldo delle spese per investimenti. Peggiorando l’uno, necessariamente deve migliorare l’altro per rispettare gli assegnati obiettivi di contenimento dell’indebitamento. La passata amministrazione riequilibrava i conti con la leva urbanistico-edilizia ma le conseguenze sono ogni giorno sotto gli occhi di tutti. Questa amministrazione, invece, ha scelto la discontinuità urbanistico-edilizia. Una scelta ardua ma dagli indubbi benefici per l’ambiente ed il territorio. Ardua, però, perchè priva il Comune di risorse: gli oneri di urbanizzazione. Tralasciando la considerazione secondo la quale usare entrate una tantum per finanziare spese ordinarie (le spese correnti) equivale ad aggravare le condizioni finanziarie di un ente perchè posticipa i suoi problemi di finaziamento, preme affermare come alla discontinuità in materia urbanistico-edilizia apparirebbe opportuno affiancare una discontinuità politica più marcata in tema di gestione complessiva delle risorse finanziarie del comune. Una considerazione, infatti, valga su tutto: aumentare la pressione fiscale equivale a sottrarre ricchezza alle famiglie e, dunque, equivale a ridurre la loro libertà di spesa ed investimento. Per evitare ciò, però, è necessario (e non più rinviabile) intervenire sulla spesa, ricercando l’efficienza (raggiungimento degli stessi obiettivi precedenti con minori risorse) e razionalizzando i servizi decentrati. Senza tralasciare, nell’azione di efficientamento, le società in perdita strutturale o che non sono capaci di recuperare i loro crediti (Bergamo Servizi Pubblici srl), nonchè le sovrastrutture esterne al Comune. Esse, infatti, drenano ricchezza per mantenere se stesse, la loro struttura amministrativa, ed i loro CDA senza fornire nulla in più rispetto a quanto faceva il Comune quando gestiva direttamente quei servizi oggi esternalizzati “in casa”. Tutto ciò va fatto senza paura di creare scontento. Perchè un’azione volta a migliorare la qualità della spesa pubblica non può che esser degna di plauso.
Il VicePresidente I Commissione Consiliare, Bilancio e Tributi, Comune di Bergamo
Carlo Di Gregorio (PDL)
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