Fondazione Creberg torna finalmente alle esposizioni in presenza – nel pieno rispetto delle normative sanitarie vigenti e nell’ambito della sua storica collaborazione con il Museo d’Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia – presentando al pubblico la mostra itinerante “Il SEgno. Opere di Luisella Dell’Acqua”, curata da Claudia Corti, Angelo Piazzoli e Tarcisio Tironi. Presso la Sala Abate Tadini del M.A.C.S. – dal 22 maggio al 13 giugno 2021 – sarà possibile ammirare le opere dell’artista.
Da oltre dieci anni Fondazione Creberg ha ideato e realizzato un articolato progetto culturale che ha come obiettivo la sensibilizzazione del pubblico – attraverso esposizioni artistiche itineranti che approfondiscono tematiche profonde che riguardano la persona umana e l’ambiente circostante – collaborando con artisti contemporanei ai quali offre opportunità espositive in una logica di integrazione e valorizzazione a fini culturali.
La mostra si compone di 62 incisioni realizzate da Luisella Dell’Acqua dal 2013 al 2020. Come spiega Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Creberg, “nelle suggestive incisioni di Luisella Dell’Acqua troviamo un profondo percorso umano, artistico, spirituale che – partendo dall’analisi del sé – vede nel “segno” non un limite o un confine, ma un’apertura. Esso rappresenta infatti il punto di partenza di un itinerario, suddiviso in sezioni, che apre all’Altro (l’Uomo, con la sua Identità e con il richiamo al valore della Memoria), alla spiritualità (la Croce), al Mondo e ai Luoghi (le Mappe), alla Natura (il Leone), all’Operare (il Libro d’Artista), in una sorta di moderna declinazione dell’“Ora et labora”. Il “segno” diviene dunque “SEgno”, riflessione sul sé – che si manifesta e si apre all’alterità – immediatamente percepibile attraverso il linguaggio universale dell’arte.”
Luisella Dell’Acqua è artista milanese, formatasi presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano; ha sperimentato le tecniche incisorie presso gli Ateliers della Bottega del Tintoretto di Venezia, della Fondazione Federica Galli e dello stampatore varesino Roberto Giudici, frequentando i corsi della Fondazione Il Bisonte di Firenze (Centro Internazionale per lo Studio dell’Arte Grafica) e approfondendo la tecnica Hayter con Hector Saunier.
“Mi ha molto colpito – continua Angelo Piazzoli – l’intensità culturale sottesa all’itinerario che l’artista ci propone con le sue opere; la mostra attesta il talento, la profondità di pensiero, la qualità della produzione. Luisella è persona polivalente, impegnata contemporaneamente – e con qualità, come sovente solo le donne sanno fare – in innumerevoli ambiti. Collega dal rilevante profilo manageriale, dialogante e garbata, determinata e orientata all’obiettivo; moglie e mamma impegnata; figlia premurosa; artista di buone qualità tecniche, che – con tenacia, spirito di sacrificio, umiltà nell’apprendere, dedizione al lavoro – ha molto studiato e molto operato, affinando, grazie ad un costante impegno e ad un’intensa ricerca, le doti tecniche indispensabili per far sì che le sue qualità intrinseche potessero emergere e rendersi visibili.”
Le opere sono tutte realizzate con l’incisione, tecnica molto importante ma allo stesso tempo poco conosciuta, come spiega Claudia Corti, storica dell’arte: “Tra il momento in cui si accende la scintilla dell’ideazione e l’istante in cui la lastra emerge dai rulli del torchio, passa del tempo, a volte giorni, se non intere settimane; è un tempo lunghissimo in cui l’artista ha un rapporto fisico con la lastra, paragonabile forse solo a quello tra lo scultore e la materia plastica: la scalfisce, la graffia, la “morde” con l’acido, la carezza con l’inchiostro… È proprio questo aspetto che troppo spesso sfugge al pubblico, abituato a concepire come opera d’arte il solo prodotto finale, tela o scultura che sia, su cui l’artista ha lasciato il suo segno in maniera diretta e concreta; si fa fatica a comprendere come, nell’universo dell’incisione, il momento creativo non risieda nella stampa finale, bensì nella preparazione della matrice che viene scavata in più tempi, nessuno dei quali uguale al precedente; sì, perché ad ogni graffio sulla matrice corrisponde un graffio alla propria coscienza di artista.”
Aspetto molto interessante di questa mostra è che è prevalentemente declinata al femminile, come evidenzia Angelo Piazzoli: “L’asse portante della iniziativa è costituito da quattro donne di valore: un’artista, Luisella Dell’Acqua, profonda e di talento; una Curatrice di altissimo livello, Claudia Corti, storica dell’arte tanto colta quanto abile nella divulgazione, capace di rendere i temi artistici suggestivi, appassionanti, a tutti comprensibili, con una stringente narrazione densa di concetti semplici e di aneddoti intriganti; una giovanissima fotografa, Elena Fontana, di doti innate e dal grande futuro (il nostro art director ne ha subito apprezzato l’occhio professionale e i “tagli” artistici”); una giovane organizzatrice, Sara Carboni, che – con la sua operosità e la sua rapidità – mi assiste da qualche anno con grande competenza rendendo realizzabili le nostre programmazioni e aiutandoci nel quotidiano a dar vita alle nostre ideazioni.”
La mostra verrà presentata – con intermezzi musicali a cura di Interludio Duo – sabato 22 maggio alle ore 16.00 presso la Basilica di San Defendente in Romano di Lombardia, con ingresso libero e con posti contingentati in rapporto alla capienza della Chiesa. L’evento avrà una durata di circa 60 minuti. Seguirà la visita alla mostra, previa prenotazione alla Segreteria organizzativa del M.A.C.S. (telefono 0363.902507 – E-mail: info@arteculturasacra.com).
L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 13 giugno 2021 con le seguenti modalità: mercoledì e giovedì dalle 9.30 alle 12.00; venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00 (nei fine settimana è obbligatoria la prenotazione preventiva).
Conclude Tarcisio Tironi, Direttore del M.A.C.S.: “Ringraziamo l’artista che in questo percorso ci invita a lasciarci «toccare» dentro, nel profondo, là dove il suo segno parla con delicatezza dei segreti, delle emozioni, degli slanci di ognuno e riattiva la sensibilità, la sublime qualità del nostro essere persone. Siamo invogliati attraverso una modalità delicata ed elegante a fermarci, a guardare d’incisione in incisione, anche per godere della forza persuasiva della bellezza. Di certo non è l’esposizione cui dare un’occhiata superficiale e sbrigativa se vogliamo sviluppare energie migliori. Prima di parlare, è meglio stare in attesa in un rispettoso silenzio. Proviamo ad ascoltare, con animo aperto, le incisioni mentre il cammino si snoda ampio e sereno, calmo e suadente perché ogni opera d’arte rivela l’anima e comunica i sentimenti e i pensieri di chi l’ha creata. Nelle pregiate carte di Luisella Dell’Acqua, colgo con piacere l’insistente affermazione offerta a tutti del valore legato allo studiare e all’indagare, al ricercare e all’andare oltre, attingendo con i sensi alla natura che per Baudelaire è «una foresta di simboli».”