Da Pagazzano al Cremlino di Mosca. L’ultima impresa dell’intarsiatore Mario Moriggi possiede, come accade quasi sempre, i tratti della leggenda. Eppure, a 37 anni dalla nascita dello studio di ebanisteria e intarsio, i traguardi continuano a fioccare uno dietro l’altro, in ogni angolo del mondo. Ora, persino a Mosca. Moriggi si occuperà infatti nei prossimi mesi di restaurare un enorme pavimento ligneo risalente probabilmente al 18° secolo, che si trova in un vasto padiglione del complesso moscovita che ospita il governo russo. Il lavoro riguarda una stanza di circa cento metri per cento, in parquet, che al centro mostra un vasto rosone con il raggio di circa 18 metri, e sarà realizzato insieme ad una delle boiserie più importanti d’Italia ed ha sede in Brianza, a Cantù.
«Si tratterà di un lavoro di ebanisteria allo stato puro – ha detto Moriggi – Dovremo coniugare la tecnica con il gusto italiano, che ci rende quasi inossidabili». Per ora lo studio è arrivato alla fase del progetto e nelle prossime settimane saranno necessari almeno tre o quattro sopralluoghi per studiare i dettagli e pianificare un intervento che potrebbe richiedere complessivamente qualcosa come due anni di lavoro. «Uno dei problemi è stato quello di trovare i legni necessari – ha spiegato Moriggi – Si tratta di legni difficilmente reperibili sul mercato, ma fortunatamente io sono sempre stato una specie di formica nella gestione del magazzino, ho sempre puntato a tenere da parte delle riserve». Ora nel magazzino ci sono 600 tipi diversi di legno, che fanno ancora invidia alla concorrenza cinese che negli ultimi anni sta assorbendo materie prime, già scarse in Italia, con una voracità impressionante. «Ma la cosa che dà più fastidio sono le imitazioni – ha detto – Lo fanno i cinesi, ma anche le ditte italiane che sono alla frutta. E’ come se ti rubassero l’identità: uno ci mette tutta l’anima per dare vita ad un’idea, ad un progetto artistico, e questi sono capaci di copiare persino la firma». Un vero grattacapo.
«All’inizio è l’arrabbiatura. Ma poi capisci che se uno è in grado di ideare il nuovo, le imitazioni ti fanno paradossalmente dare di più». Il gioco è spingere l’asticella sempre più in alto, cercare soluzioni nuove, tecniche e idee che periodicamente, da piazzale dei Brevetti, danno uno scossone al campo dell’intarsio.
Come il pavimento del Cremlino. «Abbiamo cambiato il concetto: le venature del legno non saranno più nella stessa direzione – ha detto – Si svilupperanno invece a punta di diamante».
E come gli occhiali. Tra le decine di progetti cui sta lavorando negli ultimi mesi si sono aggiunti anche li occhiali da sole di legno. Flessibili, coloratissimi, geniali. Un marchio tutto bergamasco depositato solo tre mesi fa.