La Fondazione Credito Bergamasco dedica la consueta mostra primaverile a Mario Sironi (Sassari, 1885 – Milano, 1961), artista di spicco della figurazione del Novecento. Da diversi anni la Fondazione persegue l’obiettivo di valorizzare, divulgare e talvolta riscoprire figure e raggruppamenti artistici particolarmente significativi della storia italiana del XX secolo. Mario Sironi. Il volto austero della pittura si inserisce in questo pluriennale progetto che, per l’occasione, vede la collaborazione del Banco BPM – con importanti opere provenienti dalle sue collezioni storiche – e il generoso prestito di collezionisti e operatori privati.
Angelo Piazzoli, Segretario Generale della Fondazione Credito Bergamasco e Curatore della mostra insieme a Paola Silvia Ubiali, ricorda che “all’inizio degli anni Sessanta, l’allora Banca Popolare di Milano, grazie alla lungimiranza del suo Presidente Domenico Barbero, acquisì per la sua collezione un importante nucleo di opere di Mario Sironi. A questi dodici lavori di medio formato se ne aggiunsero in seguito altri tre di notevoli dimensioni, interessanti esempi dell’attività “monumentale” a cui l’artista si dedicò con grande energia negli anni Trenta.”
L’esposizione Mario Sironi. Il volto austero della pittura consente ai visitatori un’immersione nei due principali ambiti dell’attività sironiana, quello pubblico, certamente più impegnato – rappresentato da bozzetti e cartoni per opere monumentali, commissionate dallo Stato fascista – e quello privato che raccoglie opere da cavalletto, disegni, schizzi, tavole per illustrazioni.
“Nell’ambito di uno storico percorso, che da tempo perseguiamo, rivolto alla valorizzazione culturale e alla divulgazione del patrimonio artistico del nostro Paese – continua Angelo Piazzoli – con la mostra Mario Sironi. Il volto austero della pittura presentiamo a Bergamo importanti testimonianze visive sull’artista in continuità con un’esposizione di successo (Omaggio a Sironi) che realizzammo cinque anni fa – sempre a Palazzo Storico Creberg – dedicata ad opere provenienti da collezioni private bergamasche.”
“Alla luce degli importanti obiettivi di ordine sociale e culturale che le nostre iniziative intendono perseguire – prosegue il Segretario Generale della Fondazione – è significativo che l’esposizione prosegua poi in prestigiose sedi storiche del Gruppo Bancario, dapprima a Verona, tra le suggestive architetture di Palazzo Scarpa, e poi a Milano, nel monumentale Salone in Piazza Meda (ove, nell’autunno 1996, Banca Popolare di Milano espose la propria collezione di opere di Sironi, in occasione della celebrazione del 130° anniversario di fondazione della banca). Inoltre, come avvenne nel 2013, la presente rassegna conta sul qualificato appoggio dell’Associazione Sironi di Milano con la quale, grazie alla relazione intessuta per quell’evento espositivo, vantiamo un rapporto di cordiale e proficua collaborazione.”
Paola Silvia Ubiali aggiunge che “parte della produzione di Sironi generò non poche critiche e malintesi. Delle tribolazioni nel realizzare i suoi obiettivi e di conseguenza nel farsi comprendere, l’artista era ancora consapevole nel 1943 quando, nel catalogo della mostra alla milanese Galleria del Milione, dichiarava: “Ma la decorazione è difficile. Il verismo ha generato una repubblica di piccoli pittori. La parete chiede artisti di duro respiro e arte difficile e laboriosa”. Con “decorazione” Sironi non si riferisce all’ornamento accessorio o di semplice abbellimento e con “parete” non intende soltanto l’attività a cui si era dedicato dalla fine degli anni Venti all’inizio degli anni Quaranta relativamente alla produzione di affreschi, vetrate, mosaici, bassorilievi, manifesti, apparati effimeri, scenografie e altre imprese, ma piuttosto alla necessità di pensare “in grande”, concetto che continua a ossessionarlo anche quando le importanti commissioni per gli edifici pubblici dell’Italia fascista vengono a mancare.”
Dal 3 al 31 maggio 2019 saranno in mostra a Palazzo Creberg 61 opere di Mario Sironi. «Il volto austero della pittura» è il titolo dell’esposizione – curata da Angelo Piazzoli e Paola Silvia Ubiali – che abbraccia un lungo periodo che va dagli anni dieci fino alla fine degli anni cinquanta. Nel salone e nel loggiato di Palazzo Creberg si potranno ammirare capolavori della Collezione Banco BPM, nonché dipinti di piccole e medie dimensioni provenienti anche da collezioni private).
Il percorso ha idealmente inizio dal Salone Principale dello Storico Palazzo di Bergamo con un nucleo di importanti progetti per opere monumentali: i due studi (Due figure del 1932 circa e Oracolo del 1936 circa) – appartenenti alla collezione del Banco BPM – non sono attualmente riferibili a commissioni effettivamente realizzate mentre quattro imponenti cartoni di collezione privata testimoniano invece significative “prove” per mosaici e affreschi: in primis il bozzetto dell’affresco L’Italia tra le Arti e le Scienze dell’Aula Magna del Rettorato dell’Università “Sapienza” di Roma, databile al 1934-1935. Si tratta di una testimonianza importante perché documenta la prima orchestrazione compositiva dell’affresco.
A rievocare l’importante mosaico L’Italia corporativa del 1936-1937, oggi conservato nel Palazzo dell’Informazione di Milano, vengono qui proposte due straordinarie tempere preparatorie per le figure de La Giustizia e la Legge e della Madre con bambino che possiedono la capacità di poter vivere in autonomia senza dare l’impressione di essere “frammenti” di una composizione più grande.
Nel Loggiato di Palazzo Creberg trovano posto le opere di grandi, medie e piccole dimensioni – provenienti dalla Collezione Banco BPM e da collezioni private – che abbracciano un lungo periodo di tempo: dagli esordi, nei primi anni del Novecento, all’illustrazione, alla pittura da cavalletto che negli anni Trenta fino alla caduta del fascismo è residuale per Sironi ma rappresenta una pagina significativa del diario della sua tormentata esistenza. Il percorso prosegue fino al dopoguerra con pitture sempre più sfatte, affollate di oggetti e figure.
Grandi Restauri a Palazzo Creberg
Prosegue il programma dei Grandi Restauri sostenuti e realizzati dalla Fondazione Credito Bergamasco. Nella Sala Consiglio saranno esposti i risultati di quattro importanti operazioni di restauro svolte in loco nel corso gli ultimi mesi nell’ambito del programma dei Grandi Restauri sostenuti e realizzati dalla Fondazione Credito Bergamasco su opere di Francesco e Leandro Bassano, Paolo Pagani e Giuseppe Vermiglio. Interventi di restauro operati nell’ultimo decennio, importanti sia sul fronte numerico (oltre 80 dipinti) che sul versante degli autori (Lotto, Moroni, Moretto, Allori, Palma il Vecchio, Romanino, Paris Bordon, Tiepolo, Previtali, Campi), e della qualità degli interventi.
La varietà di linguaggi, di soggetti, le diverse epoche e provenienze fanno ben intuire come la scelta di intervento su questi dipinti non sia stata programmata – come accaduto, sovente, in passato – correlando le necessità dei restauri con un progetto di interventi omogenei per coerenza stilistica, tematica, storica o geografica. Ciò che ha dettato un’azione così tempestiva – svolta sotto la direzione delle competenti Sovrintendenze – è stato soprattutto il carattere di urgenza a seguito di vere e proprie richieste S.O.S., immediatamente accolte dalla Fondazione Creberg al fine di evitare la definitiva compromissione dei preziosi manufatti.