Il Governo prevede un taglio di 54.000 poltrone. La notizia più lieta è l’abolizione delle Province sotto i 300 mila abitanti e prevede l’abolizione di 24-38 Province. Inoltre i comuni sotto i mille abitanti verranno fusi (per circa 1.500 Comuni sarà obbligatorio l’accorpamento), con il sindaco anche assessore, e verranno ridotti i componenti dei consigli regionali.
Complessivamente venti miliardi per il 2012 e 25,5 nel 2013. Tra le misure, prelievo di solidarietà, tassazione delle rendite finanziarie, interventi sui trattamenti pensionistici. L’opposizione si dimostra poco propositiva con Bersani: ”Non risponde ai problemi” ma responsabile con Di Pietro: ”Faremo il nostro dovere”. Non manca chi coglie l’occasione per fare demagogia e cercare di raccogliere qualche consenso facile come Bossi (“Nessuno tocchi le pensioni, vigilirò io”) o chi, come Formigoni (“Il federalismo fiscale è morto”), ha cercato di dare l’ultima spallata all’alleato nella speranza di poterlo sostituire (all’opposizione).
A noi sembra che questa manovra non sia lacrime e sangue (come gridano molti giornali) e abbia il grande merito di dimezzare i costi della politica (passando, ad esempio, da 140.000 a 53.000 amministratori) anche se ciò avverà dalla prossima legislatura. Il nostro giudizio è quindi complessivamente positivo.
Queste le proposte del Partito Democratico:
1) prelievo straordinario una tantum sull’ammontare dei capitali esportati illegalmente e scudati (15 miliardi di euro).
2) misure contro l’evasione fiscale (tracciabilità dei pagamenti superiori a 1.000 euro e 300 euro; l’elenco clienti-fornitori; descrizione del patrimonio nella dichiarazione dei redditi).
3) Imposta ordinaria sui valori immobiliari di mercato.
4) Dismissioni di immobili pubblici (25 miliardi di euro).
5) Liberalizzazioni.
6) Politiche industriali per la crescita: tra queste l’implementazione dei recenti accordi tra le parti sociali senza intromissioni che ledano la loro autonomia.
7) Pubblica amministrazione, istituzioni e costi della politica (dimezzamento del numero dei parlamentari; snellimento di Regioni, Province, Comuni; accorpamento dei piccoli comuni; dimezzamento delle province; dimezzamento delle società pubbliche, centralizzazione e controllo stretto per l’acquisto di beni e servizi nella P.A.).
Alcune (2, 4, 5 e 7) sono simili alla proposta del Governo. La 1 sembra palesemente irrealizzabile (se si vuole colpire chi esporta capitali si dovrebbe colpire quelli che sono ancora all’estero o quelli che rischiano di andarci). La 3, che colpisce gli immobili, è l’unica proposta che sembra essere una novità realizzabile.