Fa discutere il manifesto contro le adozioni gay appeso sabato e domenica fuori dalla chiesa dei Cappuccini, via Borgo palazzo. Al centro un bambino a cui viene affidata la frase «Io non sono un diritto! Un bimbo non è un diritto. Voglio un papà uomo e una mamma donna. Non voglio diventare il giocattolino “adottabile” da una coppia gay. Io non voglio essere il prodotto di una fecondazione artificiale e nascere già dopato da ormoni superflui? ho il diritto di nascere da una relazione d’amore naturale tra un uomo e una donna». In Italia l’argomento non è nell’agenda politica di nessun partito, mentre in Francia le nozze gay – non l’adozione, ma poco ci manca – stanno per diventare realtà. Il manifesto aveva la firma dell’associazione Scienza & Vita e faceva parte dell’allestimento per la Giornata per la Vita.
«A seguito delle notizie riportate da alcune testate giornalistiche – precisa l’associazione – e da alcuni telegiornali, Scienza & Vita di Bergamo precisa che il manifesto esposto sabato e domenica 2-3 febbraio scorsi, in occasione della Giornata per la Vita, presso la chiesa dei Frati Cappuccini in Bergamo, è rimasto affisso per tutto il tempo della manifestazione: da sabato pomeriggio a domenica sera, termine dell’attività. L’affermazione riportata da alcune redazioni, secondo la quale «Nel giro di poche ore qualcuno ha rimosso il manifesto», dove sostanzialmente si insinua che la rimozione sia avvenuta a fronte delle prese di posizioni giornalistiche, è quindi infondata. È stato semplicemente smontato l’allestimento che, in occasione della Giornata per la Vita promossa dai vescovi italiani, ha fatto incontrare un centinaio di volontari di almeno una dozzina di associazioni e movimenti della nostra provincia. Il cartello resta idealmente dov’era e rimane nei suoi contenuti per chiunque ritenga la legge naturale un bene comune da difendere, per credenti e non credenti. Grazie a tutti i volontari e ai frati del Convento di Bergamo che hanno condiviso la Giornata per la Vita. Scienza & Vita approfondisce nel suo operato quelli che vengono definiti “principi non negoziabili”, che si rifanno al diritto naturale. Le adesioni raccolte si concretizzano in iniziative di informazione a difesa della Vita, dal suo nascere al suo morire naturale, e nelle fasi in cui essa è particolarmente indifesa, come nella malattia e nella crescita. Tra queste anche la corretta educazione sessuale e affettiva, contro la quale va dilagando la teoria del gender di cui l’associazione si è già lungamente occupata. In questi ambiti prosegue quindi il nostro progetto culturale».