DOMENICA III TEMPO ORDINARIO ANNO B
Dal Vangelo secondo Marco, 1,14-20.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Commento
L’annuncio del Regno di Dio era oggetto di viva attesa da parte del popolo ebraico. L’attesa suppone il desiderio di un bene che soddisfi in maniera definitiva le aspettative umane, sia nei contenuti che nel tempo. Ora il popolo di Israele riconosceva i prodigi compiuti da Dio nei suoi confronti, come era scritto nella Bibbia, ma si trovava nella necessità di chiedere un compimento, perchè si trovava in una situazione non del tutto soddisfacente, sia dal punto di vista religioso che politico. Le Legge non era osservata scrupolosamente da tutti: i farisei si erano incaricati di offrirne l’esempio, ma si attendeva un’epoca più perfetta, ricca di doni profetici. Gli Ebrei erano sottomessi all’invincibile potenza romana e con una forte diaspora ebraica di 4-5 milioni nell’Impero. Il popolo aspettava una restaurazione religioso-politica, condensata nella figura del Messia. Pregava per l’apertura dei cieli, cioè un intervento di Dio, chiamato ad operare un intervento risolutore.
L’evangelista Marco, che non presenta i racconti della nascita a Betlemme, inizia con un Gesù adulto, che viene battezzato da Giovanni Battista. In quel momento i cieli non solo si aprono, ma “si strappano”, in maniera irrimediabile in modo che non si possono richiudere e rimangono aperti per sempre. Attraverso questa apertura si è udita la voce che ha proclamato Gesù come il Figlio di Dio prediletto dal Padre. Dopo il battesimo Gesù va nel deserto dove apprende la dedizione completa al Padre e sconfigge il demonio, che mirava a rompere quel rapporto. In Galilea Gesù si qualifica come colui che ha vissuto l’esperienza gioiosa di un rapporto profondo con il Padre, che Lui ora propone a tutti come quella che può cambiare l’uomo ed il mondo.
Egli ne mostra i contenuti attraverso l’insegnamento autorevole e la potenza sul male, cacciando i demoni e guarendo i malati. Il suo atteggiamento è ispirato da un’ indicibile tenerezza verso tutti coloro che incontra, soprattutto i più bisognosi e lontani. Pertanto la vita di Gesù è allo stesso tempo Azione e Rivelazione di Dio e Modello di vita per l’uomo. Questi è predestinato, cioè fatto per divenire conforme all’immagine di Gesù il Figlio di Dio, fatto uomo. Gesù è l’orizzonte che sovrasta e fa da sfondo alla storia universale e di ogni individuo. Questa prospettiva esige la conversione, l’allontanamento da tutto ciò che si oppone. Il fine, cui si protende l’uomo, non è indeterminato e vago come un destino oscuro, ma consiste in un’offerta radicale di vita buona e felice, che gli viene incontro e gli è donata in Gesù Cristo. Questa prospettiva presenta un’incidenza diretta sul presente, perchè la sua accettazione avviene nella modalità con cui impostiamo le relazioni con il nostro prossimo, con l’alternativa tra la scelta del Regno di Dio e il suo contrario, tra la via del bene o del male, tra sentimenti buoni o malvagi. Lo stile di tenerezza e di carità di Gesù per vivere un’autentica fratellanza umana trova in Dio Padre l’Abbà, la sua origine e la sua motivazione profonda. Non si tratta di una prospettiva utopica, ma vicina, cioè presente: lo ha dichiarato Gesù: il Regno di Dio è vicino, cioè è qui. In ogni azione l’uomo lo rende presente o assente con conseguenze decisive per la sua identità, di figlio di Dio oppure di figlio del male. L’uomo figlio di Dio è la sua Gloria.