“Se picchiate una donna con un fiore preferite una rosa… per via delle spine!”
“Dove sono femmine e oche le parole sono poche”
“La donna è come l’uovo: si guadagna ad essere ben battuto”
“Dare a una donna ragionamento, idee, spirito, è come mettere un coltello in mano a un bambino”
Sono solo quattro dei molti esempi scelti tra le centinaia di detti e aforismi contro le donne che sono sempre circolati in tutti i tempi e paesi. Nonostante le donne siano riuscite a conquistarsi un ampio spazio nella società, la misoginia (vale a dire un atteggiamento di avversione o anche di repulsione nei confronti delle donne), resta un un’erbaccia difficile da estirpare e spesso si manifesta ancora adesso proprio attraverso luoghi comuni triti e banali. Così, per alcuni uomini l’immagine femminile non riesce a staccarsi da certi cliché. Ma come si spiega il perdurare di questa mentalità da parte maschile ancora oggi? Dopo decenni di battaglie perpetuate dalle donne?
Da un lato c’è il peso di un retaggio culturale che per secoli ha consolidato la donna subordinata all’uomo e ai margini della vita sociale, ma dall’altro, esiste anche il timore, da parte del suddetto “sesso forte”, di vedersi scalzato in certi ruoli che fino a qualche tempo era impensabile. Il denigrare, lo sminuire certe capacità femminili, non sarebbero altro che una sorta di difesa contro la crescente ed oramai consolidata affermazione femminile, in tutti i campi. Oggi in modo particolare, anche nell’ambito politico, come le ultime elezioni hanno dimostrato indipendentemente dal pensiero politico di ciascuno. A livello psicologico, del resto, c’è sempre stato un certo timore/ desiderio da parte di lui nei confronti del ruolo biologico di lei, della sua capacità di generare.
Anche questo fattore è sfociato in un comportamento misogino del maschio, spaventato del fatto di poter essere scavalcato anche in altri ruoli che sino a poco tempo fa erano di pertinenza maschile. Sì ma sul piano pratico, come può comportarsi una donna che si trova a vivere con un partner del genere? Non credo che un uomo con questo tipo di mentalità scelga una campagna che si discosti troppo dai ruoli femminili classici. Certo, se dovesse capitare, occorre un grosso sforzo da parte della donna per non mettersi continuamente in competizione con l’altro, per trovare un compromesso che gli impedisca di sentirsi costantemente minacciato nel suo ruolo.
Sono del parere, comunque, che un rapporto del genere non possa durare a lungo; ciò comporterebbe infatti un continuo stato d’ansia da parte di entrambi. Per cambiare, il misogino dovrebbe confrontarsi con l’immagine femminile che ha di fronte, senza il pensiero continuo di dover perdere terreno ogni volta che la donna compie dei passi avanti. Ciò significa che continuare a barricarsi dietro un atteggiamento del genere non serve a niente: “È il momento di uscire allo scoperto inventandosi, insieme, un nuovo modo di stare in coppia” …anche con un eventuale supporto psicologico per entrambi.
Sara Carrara