Lucio Piombi, avvocato, è il nuovo delegato della sezione bergamasca della Accademia Italiana della Cucina, l’istituzione culturale fondata a Milano nel 1953 da Orio Vergani allo scopo di salvaguardare i princìpi fondamentali della cucina italiana, la cui importanza è oggi sempre più riconosciuta nel mondo. Piombi succede al conte Nino Grumelli Pedrocca, che ha retto la delegazione per molti anni. Lo scambio delle consegne è avvenuto alla “Taverna del Colleoni” di Bergamo Alta nel corso di un incontro conviviale che ha avuto per tema la cucina piemontese. Segretario è Roberto Magri, avvocato.
Al conte Grumelli Pedrocca è andato il grande ringraziamento dei soci per i tanti anni di attività, per le tante iniziative organizzate, come è documentato anche in un libretto dato alle stampe e consegnato ai soci durante la serata.
Con il cambio del responsabile di delegazione, si punta ora ad un incremento sia del numero dei soci sia delle iniziative. Per quest’anno, in occasione del 150.o anniversario dell’Unità d’Italia, la delegazione ora guidata da Piombi ha iniziato un viaggio gastronomico attraverso le specialità regionali. Si è incominciato con il Piemonte in onore a Casa Savoia. E’ seguita la cucina toscana al ristorante “La Marianna”.
A metà aprile è stato organizzato un viaggio in Sicilia nella zona di Marsala. Scelta molto opportuna sia per i legami che uniscono Bergamo e Marsala (dei Garibaldini ben 180 erano bergamaschi) sia per l’amicizia di numerosi accademici con l’avvocato Diego Maggio di Marsala, presidente dell’Associazione Paladini dei Vini di Sicilia, che ha aiutato nella preparazione dell’interessantissimo programma.
Nel corso della serata di cucina piemontese alla “Taverna del Colleoni”, il patron Pierangelo Cornaro ha preso la parola per spiegare le ricette realizzate per la cena. All’aperitivo in piedi sono stato serviti: crostini di carne cruda all’albese; peperoni grigliati e peperoncini piccanti al cappero; crostini di acciuga con trifola fredda; torta rustica di cipolle e lardo di Arnaud. A tavola sono poi seguiti: vitello rosato in salsa tonnata, capperi e peperoni; leggera zuppa d’orzo alla piemontese; i ravioli del plin al burro affiorato di Valle Susa e salvia; stracotto di fassone piemontese al Nebbiolo da Barolo con purea di patate; il Mont Blanc piemontese di marroni cuneesi. Un menu ben ideato e realizzato, come è nella tradizione di Pierangelo Cornaro e della Accademia Italiana della Cucina.
Roberto Vitali