DOMENICA VI DOPO PASQUA ANNO A
Dal Vangelo secondo Giovanni, 14,15-21.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Commento
Gesù promette ai suoi discepoli di inviare il Paraclito, cioè il dono dello Spirito Santo, che rimarrà sempre con loro dopo la sua partenza per ritornare al Padre. Allo Spirito sono assegnati diversi compiti: quello di assistere e di consolare (Paraclito è una parola greca che significa consolatore); di illuminare la mente perchè abbia a discernere il bene dal male, e di trasformare il cuore mediante l’eliminazione delle inclinazioni malvagie sostituendole con i sentimenti di Gesù. Solo grazie a questa profonda trasformazione diventiamo capaci di osservare i comandamenti, da Gesù sintetizzati nel comandamento nuovo: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri”[Giovanni, 13,34].
La salvezza portata da Gesù prevede dunque un rinnovamento integrale dell’interiorità. Gesù non è solo il Maestro che si pone davanti a noi come modello esemplare di vita, ma come la sorgente di una potenza di rinnovamento in grado di operare un cambiamento radicale.
Questo dipende essenzialmente da due ragioni:
1. La sublimità della perfezione proposta all’uomo. Esso è chiamato al dono generoso di sè nei confronti del prossimo. Gesù ha dato spessore e profondità inaudite al comandamento della carità estendendola a tutti gli uomini. Solo pochissimi possono dire con qualche ragione di aver raggiunto la perfezione; la stragrande maggioranza di noi, più o meno arranca sulla strada del bene, procedendo a fatica, quando addirittura non indietreggia.
2. La seconda ragione è la grande estensione del male, che è diventato un mondo, un universo che coinvolge e condiziona tutti indistintamente. La famiglia umana è dominata da uno spirito collettivo ambiguo e spesso cattivo. Esso presenta un fascino irresistibile perchè sollecita le peggiori tendenze umane, giustificandole come buone. E’ lo spirito del mondo, di cui parla il Vangelo di oggi, la cui seduzione può essere vinta solo in forza di una potente forza contraria, lo Spirito di Gesù. E’ dunque necessario invocarlo con fede ogni giorno perchè ci illumini, ci dia forza e coraggio e ci assista nella lotta contro il male. Consapevoli della drammatica realtà del male presente in noi ed al di fuori di noi con l’inevitabile pressione esercitata sulle nostre scelte, rinnoviamo l’invocazione del Padre nostro: “Liberaci dal male”. Non è un’invocazione scontata, ma coraggiosa, perchè spesso condanniamo il male solo a parole, e soprattutto quando lo compiono gli altri, mentre nel profondo del cuore lo amiamo, perchè ci fa comodo e facciamo fatica a staccarcene. Lo vediamo nell’esperienza del vizio: pensiamo al fumo, all’alcol, alla droga e alle varie manie che deturpano la nostra personalità, ma da cui non sappiamo liberarci anche se ne vediamo la negatività. Questo autentico dramma della libertà viene richiamato dall’apostolo Paolo nella lettera ai Romani (7, 21-24):
“Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un’altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?”
Dalla schiavitù del peccato può liberarmi solo lo Spirito di Gesù, che è Spirito di libertà.