«Le donne alla guida di aziende vitivinicole possono fare molto per l’agroalimentare italiano. Il vino è anche cultura, eleganza, moda. Le donne del vino sono le migliori ambasciatrici per questo prodotto che ha ancora molte potenzialità di espansione nel mondo. Nella Expo 2015 ci dovrà essere spazio adeguato per il mondo del vino e le sue donne: una occasione di svolta per tutta la nostra agricoltura». Così il ministro delle Politiche agricole, Francesco Saverio Romano, nella sua tappa a Cavenago Brianza, prima di arrivare a Bergamo per l’incontro in Camera di Commercio. Invitato dal “Movimento turismo del vino lombardo” e dalla associazione “Donne del Vino” (800 associate in Italia) al Devero Hotel (di proprietà della famiglia di Marta Mondonico, titolare della azienda vitivinicola Tenuta Le Mojole a Tagliuno di Castelli Calepio), il ministro Romano ha riconosciuto che il vino italiano, per sfondare definitivamente sui mercati mondiali, ha bisogno di una più intensa campagna promozionale, svolta non frammentariamente dalle singole regioni ma in modo unitario nel nome dell’Italia.
«Nel 2010 – ha detto il ministro – l’export di vino italiano è aumentato del 12 per cento, ma le potenzialità sono ancora enormi. India, Cina e Stati Uniti sono i mercati sui quali concentreremo la nostra promozione». Se in Italia i consumi del vino ristagnano – anche per colpa dell’etilometro – ci sono altri stati che si stanno avvicinando a questa bevanda-alimento.
Oltre a Marta Mondonico erano presenti all’incontro altre tre donne del vino bergamasche: Cristina Kettlitz dell’azienda Il Castello di Grumello del Monte, Frida Tironi de La Brugherata di Scanzorosciate e Giovanna Buelli dell’azienda La Rocchetta di Villongo. Hanno coordinato i lavori Carlo Pietrasanta presidente Movimento turismo del vino lombardo e l’onorevole Gianantonio Arnoldi, consigliere del ministro e delegato per l’Expo. Hanno preso la parola anche l’onorevole Carolina Lussana e la past presidente nazionale dell’associazione Donne del Vino, Pia Donata Berlucchi.