Non e’ possibile “salvare il rito Fornero”, e l’unica soluzione per evitare altri “danni al processo del lavoro e’ abolirlo”. E’ la conclusione a cui sono giunti gli avvocati giuslavoristi riuniti al convegno nazionale di Agi, che si e’ concluso oggi al Teatro Sociale a Bergamo. Una considerazione ‘tecnica’ a cui i giuslavoristi sono giunti dopo numerosi studi. E su cui sono stati concordi i protagonisti delle tavole rotonde del convegno. Da Carlo Dell’Aringa, Sottosegretario al Lavoro, impegnato in una tavola rotonda con la segretaria generale di CGIL, Susanna Camusso e con Pierangelo Albini, Direttore delle Relazioni Industriali, Sicurezza e Affari Legislativi di Confindustria. Al Presidente Titolare della Sezione Lavoro della Suprema Corte di Cassazione, Fabrizio Miani Canevari, al Presidente della Sezione Lavoro della Corte d’Appello di Roma, Filippo Curcuruto, al Presidente della Sezione Lavoro del Tribunale di Bergamo, Ezio Siniscalchi gli avvocati.
La legislazione del lavoro, ha evidenziato il presidente di Agi Fabio Rusconi, “sconta norme disorganiche, istituti creati senza rapporto con il sistema, discipline che vengono infilate dentro decreti omnibus che parlano di tutt’altro, aporie che riflettono sottintesi e problemi irrisolti delle tensioni politiche entro le sedi in cui vengono confezionate le leggi; soprattutto l’uso di una tecnica legislativa che rende i testi illeggibili e incomprensibili . La crisi, che acuisce ovviamente tutte le tensioni, sia politiche che sociali, ha certamente peggiorato la
situazione, tanto che ormai le riforme sono ‘riforme di riforme’, inserite in illeggibili ‘decreti salva qualcosa’ che vengono ulteriormente stravolti nella conversione in legge e poi da interventi modificativi immediatamente successivi”.