Uno “spettro” si aggira per la provincia e minaccia di colpire pesantemente la rete dei servizi sociali del territorio, con gravi ripercussioni su occupazione e qualità della vita di molti utenti. Si tratta del previsto aumento dell’Iva, dal 4 al 10%, per i servizi fatturati dalle cooperative sociali, quelle, per intenderci, che ricevono in appalto dai comuni la gestione di asili nido, servizi di assistenza domiciliare, sostegno scolastico e quant’altro componga il welfare quotidiano di ogni paese, grande o piccolo che sia. In questi giorni la Cisl di Bergamo sta lanciando l’allarme su quello che rischia di ricadere sulla nostra provincia. «Dal prossimo primo gennaio, se nessuno dovesse intervenire per modificare questa scelta, qualsiasi comune, che avesse intenzione di appaltare un servizio per 200.000 euro, avrebbe un esborso superiore secco di 12 mila euro. Questi soldi – dice Francesco Corna, segretario Cisl responsabile del welfare – potrebbero essere totalmente assorbiti dalle casse comunali, che però avrebbero ancora meno soldi da investire nel paese, o totalmente scaricati sull’utenza. Questa manovra, infatti, altro non rappresenta che un ulteriore appesantimento per la spesa privata, oltre che un onere aggiuntivo per gli enti locali con riflessi negativi sull’ occupazione».