ASCENSIONE ANNO B
Dal Vangelo secondo Marco, 16,15-20.
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Commento
Gli apostoli hanno ricevuto da Gesù il mandato di predicare il Vangelo. Il contenuto è espresso sinteticamente da Gesù nell’ultima Cena con le parole che costituiscono il suo testamento: “Vi do in comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi” (Giovanni, 15,12). Sembra il più bel messaggio destinato ad un’accoglienza universale. Eppure non è stato così: negli Atti degli Apostoli, l’opera scritta dall’evangelista Luca, come prosecuzione del suo Vangelo, gli apostoli Pietro e Paolo sono arrestati, minacciati di morte ed alla fine martirizzati. Essi hanno dovuto superare difficoltà da parte del mondo di allora, dedito al culto degli idoli, ma anche da parte della stessa Chiesa, dove non sono mancate rivalità, gelosie e sospetti. Paolo stesso ha dovuto difendersi con vigore da coloro che mettevano in dubbio la sua predicazione [vedi lettera ai Galati].
Una prima risposta si trova nelle parole di Gesù: la sua non è una raccomandazione generica di amare, ma è accompagnata dalla precisazione “come io vi ho amato”. Noi scambiamo l’amore con la soddisfazione immediata dei nostri desideri più o meno buoni; riteniamo questo un nostro diritto. Così ci si chiude in noi stessi e si diventa schiavi dell’egoismo. L’amore esige la rinuncia a sè stessi per fare della propria vita un dono. Questa è la via insegnata da Gesù, una via di lotta innanzitutto contro se stessi. Non vi è modo di amare senza sobrietà, temperanza, controllo e sacrificio di se stessi. Pensiamo ai modelli odierni troppo facili di comportamento sessuale. La banalizzazione di questa sfera umana così importante impedisce l’incontro vero tra le persone, in quanto il rapporto non è fondato su un legame forte di Alleanza, che mira fin dall’inizio alla fedeltà. Non per nulla l’apostolo Paolo ha additato come modello agli sposi il legame indissolubile vissuto da Gesù con l’uomo, legame qualificato appunto come la Eterna Alleanza. Oggi moltissimi iniziano il loro rapporto dando per scontato che prima o dopo finirà; da ciò la conseguenza di legami facili.
La festa dell’Ascensione è l’esaltazione dell’AMORE VERO, quale si trova in Gesù. Egli ha vinto le tentazioni legate alla carne e le persecuzioni, che lo hanno portato alla condanna della croce. La sua risurrezione e ascensione al cielo testimonia che l’AMORE VERO non è destinato a morire, ma è la realtà finale che rimane per sempre. Gesù è risorto ed è salito al cielo perchè ha saputo amare e fare della sua vita un dono per gli uomini, che chiama suoi fratelli ed amici. E’ RISORTO proprio perchè ha amato nella fedeltà a Dio Padre e a noi uomini. Chi lo segue condivide il medesimo destino di vittoria e di immortalità. La sua vittoria sul male e sulla morte non è solo un’indicazione della via da percorrere, ma diventa una garanzia di vittoria. Gesù non solo ci ha aperto la strada, ma cammina con noi e ci assiste nel difficile percorso della vita, come ha fatto con gli apostoli quando hanno intrapreso le vie del mondo.
Per rendere il pensiero più comprensibile ricorro ad un paragone sportivo. Noi tutti siamo come alpinisti poco più che principianti, incapaci di superare un difficile salto di roccia. Rinunceremmo a salire, se non ci fosse una guida, che ha già superato l’ostacolo e che ci cala una corda a cui aggrapparci, per poter salire anche noi dove lei è giunta. Così è ciascuno di noi in questa vita: possiamo salire e superare gli ostacoli delle nostre fragilità e cattiverie se con fiducia e costanza ci aggrappiamo alla corda di Colui che ha superato il male e ci aiuta a condividere la sua vittoria.