ASCENSIONE ANNO A
Dal Vangelo secondo Matteo, 28,16-20.
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Commento
Le apparizioni di Cristo risorto appartengono a due diverse tradizioni, corrispondenti alle località in cui vengono collocate: Gerusalemme e la Galilea. L’evangelista Matteo privilegia la Galilea, dove era iniziata la missione di Gesù, per indicare che essa, dopo la Pasqua, non era finita, ma ricominciava con modalità nuove, decisamente migliori. Egli viene nella gloria e nella pienezza del potere, che Dio Padre gli ha conferito, egli appare come il Signore vincitore del peccato e della morte, nella cui mani si trova il destino degli uomini. La missione che gli apostoli ricevono da Gesù risorto non è limitata alla Palestina, come la prima volta quando Gesù li aveva inviati in Galilea temporaneamente per alcuni giorni. Questa volta la missione è definitiva e perpetua e si estende a tutte le nazioni. Gesù assicura loro una presenza continua: è il Signore del tempo e il nostro destino è nelle sue mani: «Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo».
Anche noi sperimentiamo una fase di faticosa ripresa dopo i drammatici eventi di questi mesi, nei quali, soprattutto i più anziani, hanno visto la morte vicina. Questa calamità, che non è ancora cessata del tutto, ha costretto ognuno a dare una risposta. Come insegna la storia, nei drammi sociali l’uomo esprime il meglio ed il peggio di se stesso. In alcuni soggetti emergono una bontà e uno spirito di dedizione, di cui appare subito l’assoluta necessità per un miglioramento reale nei rapporti personali e sociali. In altri emerge purtroppo l’abisso del male, perchè ci si approfitta delle disgrazie altrui per coltivare i propri interessi con furbizie e prepotenze che rendono ancora più grave la situazione. Da un lato si afferma la misericordia più lodevole, dall’altro la disumanità più biasimevole.
Superato il periodo più grave dell’emergenza, chiediamoci con quale spirito affrontiamo i giorni che ci attendono in cui siamo chiamati ad affrontare una delicata situazione economico-sociale. Non è scontato che si affermino i sentimenti di una carità solidale, in cui si sintetizzano i comandamenti che Gesù risorto raccomanda ai suoi apostoli, perchè li insegnino a tutte le nazioni. Il tempo che ci sta dinnanzi esige che si tenga presente il messaggio evangelico in tutta la sua portata. perchè sia felicemente superata la presente calamità. Tuttavia il male è in agguato. Non è scomparso davanti al dolore di tante persone, figuriamoci ora che abbiamo l’illusione che tutto sia finito.
Si tratta di operare un’ascensione, di rialzarci ma con un impegno adeguato. Se non si diventa consapevoli della negatività di certi comportamenti, la corsa ad un nuovo inizio rischia di essere uno slogan ingannevole per continuare come prima, se non peggio di prima. Mai come in questi casi è necessario diventare discepoli di Gesù, mettendo in pratica tutto ciò che ha comandato. Egli, signore del tempo e della storia, ci assicura della sua presenza accanto a noi. per aiutarci e sostenerci. La serietà della nostra ripresa si misura dal ricordo che abbiamo di Lui e dei suoi comandamenti, che si concretizza nell’invocazione del suo aiuto e nella preghiera.