PILLOLE DI DIRITTO COSTITUZIONALE
Governi instabili e maggioranze litigiose ne abusano sempre. Ma che cosa è veramente un Decreto Legislativo?
Articolo precedente: “Luci e ombre del Decreto Legge: ecco come i Governi abusano del potere” pubblicato il 09.01.2021
Ci sono dei casi in cui il Parlamento è l’organo meno idoneo per emanare delle norme giuridiche lunghe e complesse. Per esempio, in questi ultimi mesi si sta scrivendo il nuovo Codice della Strada a cui, però, il Parlamento non sta lavorando. Il motivo è semplice: il Codice della Strada è lungo e, per questo, è impossibile che 945 parlamentari, per giunta divisi in due camere diverse, riescano a discuterlo ed approvarlo in tempi ragionevoli senza trascurare il resto. Si tratta di una raccolta giuridica molto specifica e complessa: i parlamentari non hanno le competenze necessarie per scriverlo.
Con una legge delega, il Parlamento incarica il Governo ad esercitare il potere legislativo per emanare questi atti complessi che richiedono competenza e rapidità. Questa legge, si evidenzia, deve delineare chiaramente qual è la cornice entro il quale l’esecutivo deve stare, stabilendo tutti i vincoli e i limiti del caso. Se il Governo viola il contenuto della legge, si macchia di un eccesso di delega, per cui ogni atto prodotto in contrasto con le indicazioni del Parlamento si ritengono illegittime. L’atto avente forza di legge conseguente a questa legge delega prende il nome di decreto legislativo che, dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri, viene promulgato dal Presidente della Repubblica ed entra in vigore in seguito alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Come avviene ripetutamente con i decreti legge, anche in questo caso il nostro Paese è vittima di un’altra prassi degenerativa per cui i decreti legislativi vengono sempre più utilizzati come strumento ordinario di legislazione. Il problema è sempre quello: governi instabili e iter legislativi troppo lunghi portano le istituzioni ad utilizzare strumenti meno legittimi ma più veloci per attuare i programmi.
Alessandro Frosio