Di Cesare Zapperi – Più che una vendita, sarà una svendita. Inutile girarci intorno e tirare in ballo la crisi immobiliare. Dalla cessione ai privati dell’area oggi occupata dagli Ospedali Riuniti (pronti, si fa per dire, a trasferirsi alla Trucca) si prevedeva di incassare 95 milioni di euro, soldi destinati in parte al pagamento dei costi di realizzazione del nuovo ospedale. Se va bene, ma il pessimismo è diffuso e fondato, si riuscirà a portarne a casa 70. Un autentico bagno di sangue.
Nel giro di soli due anni se ne sono andati a farsi benedire ben 25 milioni di euro. Cinquanta miliardi delle vecchie lire, giusto per capirsi meglio. Soldi pubblici, aggiungiamo, che avrebbero fatto gran comodo, specie in tempi di vacche magrissime come questi. Già questa enormità dovrebbe suscitare attenzione, se non una vibrante reazione, da parte della classe politica cittadina. Ma è tutta la vicenda della vendita dell’area dei Riuniti che meriterebbe ben altro interesse. Perché, al di là del prezzo, non è dato nemmeno sapere quando si realizzerà.
La prima asta, quella che aveva come offerta minima i 95 milioni di euro, è andata deserta il 30 settembre 2009. Sì, avete letto bene: 2009. Infrastrutture Lombarde, la società a gestione ciellina della Regione a cui è stato affidato il compito di curare tutta l’operazione, aveva assicurato che il nuovo tentativo di vendita sarebbe stato esperito nei mesi immediatamente successivi. Di acqua ne è passata sotto i ponti (un po’ si è perfino infiltrata nel costruendo nuovo ospedale, ritardandone di oltre un anno la consegna ai bergamaschi), ma del nuovo bando ad un anno e mezzo di distanza non vi è ancora traccia. Pochi giorni fa, con scarso senso del ridicolo, il direttore generale di Infrastrutture Lombarde ha detto: “I tempi non sono ancora stati definiti, ma di sicuro non andremo per le lunghe”. Probabilmente starà aspettando che le quotazioni del mercato immobiliare scendano ancora un po’. Giusto per svalutare ancor meglio un pezzo del patrimonio pubblico. In compenso, la società regionale ha già inviato fattura agli Ospedali Riuniti per chiedere una tranche, robetta da 2 milioni di euro, per “la sottoscrizione del contratto di compravendita dell’area”. Davvero un bel paradosso se non fosse, anche qui non usiamo giri di parole, una autentica vergogna.
Una vergogna che si consuma nell’indifferenza generale. Soldi pubblici che non vengono incassati o che vengono girati ad un carrozzone inutile senza che qualcuno senta il dovere di intervenire. Gli amministratori comunali di Bergamo, anzitutto, eletti per fare gli interessi dei cittadini qui platealmente calpestati. Ma anche consiglieri regionali e deputati, di maggioranza e di opposizione, cui toccherebbe ogni tanto dar segno di non aver perso il contatto con le comunità che li hanno espressi.